domenica 18 marzo 2018

Frida Kalho e il coraggio di essere se stessi!

E' una domenica di marzo. Una fredda domenica piovosa novembrina di marzo. Vorrei andare al Mudec, Museo delle Culture, in via Tortona a Milano , a vedere la mostra di Frida Kalho. Prendo l'autobus da Corsico. Semivuoto mi lascia a Romolo, fermata della metro linea verde. Le pozze d'acqua sulla strada riflettono gli alberi privi di foglie di una primavera mai giunta. A piedi mi dirigo verso via Tortona, passando su un ponte che si affaccia sulla ferrovia e sul naviglio. Il naviglio è semisecco, pochi centimetri d'acqua dove sguazzano i gamberi di fiume americani che introdotti casualmente alcuni anni fa hanno totalmente soppiantato quelli autoctoni, ormai scomparsi. E' la storia dell'evoluzionismo, sangue giovane, razze più forti, Salvini deve rassegnarsi, anche fra gli umani accadrà inevitabilmente. E non saranno elezioni, leggi o proibizioni a modificare l'inevitabile corso della storia. Siamo una razza debole e decadente, abbiamo bisogno di nuovo sangue, giovane e forte, che impingui il nostro. Ecco l'unica cosa che distingue noi umani dagli animali, sto pensando, non leggi, leggine, barriere doganali, ma l'arte, la capacità di creare. L'arte allieterà il mondo, ci renderà esseri speciali, ma non potrà salvare l'uomo dall'inevitabile destino evoluzionista. Ma gli artisti, queli autentici, questo lo devo dire perché ci credo, gli artisti sono e saranno esseri in grado di vivere la vita pienamente e da semidei: per un solo motivo: hanno il coraggio di essere se stessi. Quando arrivo davanti al Mudec mi accorgo che c'è una fila incredibile. Un tizio all'ingresso in giacca e cravatta, mi dice che se non ho acquistato il biglietto in internet devo fare una coda di tre ore. Pazienza, dico, oggi desisto, tanto la mostra sarà fino a giugno! Uscendo dal Mudec osservo il manifesto tessutizzato che garrisce all'improbabile venticello marzolino che ripropone un famoso autoritratto di Frida Kalho. La saluto e dico che ci vediamo presto. Assaporerò in seguito le sue opere. Di fronte c'è il camioncino di El Caminante, un trucker di Street Food Venezuelano. Ordino un'arepa, caratteristica piadina di farina di mais,  farcita con pollo e verdure. Pedro, l 'inventore di quest'attività che lo ha reso famoso in Italia tanto da interessare persino giornali come La Repubblica e lì dietro al bancone del camioncino, un bel ragazzo di colore, denti bianchissimi, occhiali e cappellino con visiera tipo baseball. Davanti a lui ci sono due giovani studentesse che gli sbavano addosso cianciando di diritti umani in Venezuela che avrebbero studiato all'Università con la stessa mnemotecnica delle tabelline della moltiplicazione. Mentre scambio due parole in spagnolo con Pedro gli dico, estas chicas quieren huevos. Lui scoppia improvvisamente a ridere. Ecco, quello che si dice, dire le cose come stanno. Si rischia di diventare artisti solo per questo. Finisco l'arepa e torno indietro a piedi.
Sull'autobus mi viene in mente una panoplia di considerazioni. Come mai c'è tanto interesse per la mostra di Frida Kalho. Fino all'altro giorno file così si erano viste solo alle casse dell'Ikea il sabato pomeriggio! Provo a pensarci su un momento. Non mi ci vuole molto, un torrente di pensieri mi assale, tanto che rimpiango di non avere un taccuino con me per fissarli subito sulla carta. Per cui adesso questi che scrivo ora sono mediati, meno immediati e istintivi-se solo potessi avere il potere di stampare istantaneamente i pensieri così come mi vengono in mente, con quella stessa velocità con cui mi vengono in mente sarei da Nobel per la letteratura, tutti noi lo saremmo.
Frida Kalho pittrice messicana, ebbe una vita incredibile , da artista. Nata con l'affezione di spina bifida, ebbe un gravissimo incidente mentre era in un autobus ( collise con un tram) che le procurò gravissime lesioni. Durante la vita a causa di questo incidente fu sottoposta a 32 interventi chirurgici. Ecco, mi viene fatto di pensare. Diventò un artista a causa di mesi, di anni, di inattività dal lavoro. Il lavoro è uno dei nemici dell'arte. Il lavoro è tempo torto all'arte. Uno dei motivi per cui Frida divenne artista e potè, in questo senso, esplicare tutte le sue potenzialità di pittrice fu a causa della sua forzata inattività. Che la costrinse a leggere e a dipingere. Ebbe una relazione tormentata con il pittore  Diego Rivera. Ma a causa della sua infedeltà finì con non convivere con lui, vivevano in case separate collegate da un ponte. Sembra una favola. A ognuno il proprio spazio artistico. L'artista deve avere lo spazio spaziale, mentale, fisico per indagare su se stesso, sul mondo e su se stesso nel mondo, in modo solitario e totale.
Questi sono alcuni degli aspetti, della biografia dell'artista Frida Kalho, che incuriosiscono e che la fanno invidiare. Sul piano biografico. Perché lei ebbe sempre il coraggio di essere se stessa, sia quando si separò dal Rivera a causa del sue infedeltà, sia quando si rammaricò che a causa della propria salute cagionevole non potè avere figli , ma anche quando ebbe numerose relazioni omossessuali (tra l'altro una delle sue amanti fu la grande fotografa italiana Tina Modotti). Qui il sesso non c'entra o c'entra poco . Qui c'entrano i sentimenti, l'incontro di sensibilità artistiche, le affinità ideologiche, lo stesso modo di sentire le cose, da donne. Ecco , appunto, il coraggio di essere se stessi. Amare una donna in quanto persona, al di là del sesso , delle convenzioni sociali , culturali, men che meno religiose. Un altro degli aspetti per cui Frida Kalho è invidiata e davanti ai musei dove espongono le sue mostre ci sono file di persone. Di donne. E' uno scandalo che attrae. Perché Frida volle essere amante di uomini, con desiderio di maternità , ma amò e fu molto amata anche dalle donne. Forse a causa di quel suo aspetto esoticamente e potentemente androgino. Ma il suo fascino, che prepotentemente trasmettono le sue opere , i suoi lavori e che , inevitabilmente risente dei suoi aspetti biografici, recita in ogni sua sfumatura il potente mantra: ho avuto il coraggio di essere me stessa!
Quando molti mi dicono perché non ho voluto diventare un manager aziendale,beh, io rispondo sempre, per restare quanto più possibile me stesso. Per non mentire a me stesso e agli altri. Cosa che vedo fare tutti i giorni a molti manager che conosco. Devono mentire ai loro collaboratori, perché hanno giurato fedeltà alla mission aziendale. Negli ultimi anni una genia di persone che provenivano da una sensibilità politica di sinistra hanno sempre provato a convincermi ( o convincersi?) che tanto se non li avessero fatti loro i manager li avrebbero fatti altri , magari gente  con meno capacità... e perché lasciare il campo agli inetti? Già, perché? Loro potevano fare le cose meglio, proteggere i più deboli, licenziare quelli meno deboli fra i deboli , per primi. Beh, questo genere di persone sono due volte mentitori. Mentono agli altri e a se stessi. Non mi piacerebbe partecipare a nessun discorso di macelleria sociale. Io salverei tutti. Non avrò realizzato molto nella mia vita, ma ho il coraggio di essere me stesso. E a tutti questi benpensanti della domenica che inorridiscono persino all'idea di dover mandare i propri figli a vedere la mostra di un'artista debosciata, vorrei dire: i vostri figli vogliono vedere i quadri di Frida, perché vi osservano e vi compiangono: per non aver avuto il coraggio di essere voi stessi. Non vi amate, le vostre mogli sono dei pezzi di marmo ben scolpito in palestra senz'anima, la loro pelle sa talmente tanto di creme costose che ha perso il profumo naturale, sudano L'Oreal e cacano Dior. E voi mariti non vedete l'ora di prolungare la pausa pranzo del lavoro per recarvi dalle vostre puttane di turno( che tra l'altro vi disprezzano come uomini e come amanti). Voi che inorridite davanti al caso di una ragazza che ha postato su twitter una foto di lei abbracciata ad un albero, il suo amante. Perché voi? Voi chi abbracciate di notte ? Ve lo dico io: 3500 euro di seni rifatti, 4500 di rughe risistemate, 6500 glutei e interno coscia, 3300 pelle pendula sotto le braccia. Un albero è più vivo! Pulsa vita dalla corteccia più che dall'intera pelle di un esser umano che è diventato un cyborg. La ragazza che ama l'albero ha il coraggio di essere se stessa. Ha tutta la mia ammirazione. Voi che comprate libri di autori finti, falsi, che non hanno mai vissuto la vita pienamente, belle edizioni che fanno fare bella figura alle vostre librerie, fanno arredamento, chiedetevi come mai ancora oggi Bukowski abbia così tanto successo. Perché non c'è racconto in cui lui non dica al mondo, Cristo, ci provo a scrivere in modo brillante, ci provo a scrivere d'amore, e di rondini e di gabbiani e di spiagge e di conchiglie, ma , Cristo, non ci riesco dopo 8 ore di lavoro in cui non sono riuscito a pensare niente! Ecco, essere se stessi. Lui non vi inganna, ebbe il coraggio di essere se stesso e quest'invidia malcelata è la cifra del suo successo, del successo delle vendite. Questo è clamoroso, ma , come vedete , spiegabile.
 Le file davanti alle mostre di Frida sono la risposta silenziosa, fuori dal clamore dei media, di un'umanità che reclama per se stessa più libertà, più vita, vivere e amare al di là di qualunque orizzonte, culturale, umano, sessuale, politico, religioso, fuori dai cliché che non sono altro che gabbie di definizione create ad arte da chi vuole un mondo a sua immagine e somiglianza. Un mondo di zombies, un mondo di morti viventi....
Scendo dall'autobus, davanti al Quadrato, quartiere Giardino di Corsico, estrema periferia ovest milanese. E' il mio quartiere, dove c'è la mia barbiera cinese, il mio ristorante cinese, il mio bar cinese che fa un cremoso cappuccino con latte di soia, l'internet point egiziano, "Panzerotto mio" che è barese, il macellaio marocchino....ora  qui votano tutti per la Lega. Ma non gli servirà a molto, non gli servirà a lungo, è l'ultimo grido di chi non si vuole ancora guardare allo specchio. Per non scoprire di essere diventato uno zombie. Per non aver avuto il coraggio di essere se stesso!

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