giovedì 7 marzo 2019

Il teorema del villaggio mediterraneo

Camminavo per e strade di una cittadina del nord Italia. In mezzo a parchi, a fianco ad alberi. Sento la necessità di camminare in compagnia degli alberi, sono presenze vive, vitali e sento che mi irradiano di energie positive, fosse solo per il fatto che attraverso la fotosintesi donano ossigeno e si nutrono di anidride carbonica. Uno scambio straordinario. Cammino sempre, quasi tutti i giorni, è la mia forma di meditazione. Lasciamo stare il ritmo , anche se preferisco camminare a ritmo sostenuto, comunque sento che camminare mi fa stare bene. Lasciamo le ricerche in campo medico a parte. Le ricerche in campo medico sono sopravvalutate, cerchiamo di essere medici di noi stessi secondo il principio, se mi fa stare bene a lungo allora fa bene, se fa bene nell'immediato e non a lungo, allora significa solo stimolare endorfine nell'immediato senza benefici a lungo termine. Droga, quindi. Ecco oggi per l'appunto, mentre camminavo ad andatura sostenuta, in questa giornata di marzo quasi invernale, che accennava a pioggia, che conferiva al paesaggio l'aspetto dagherrotipico di una foto in bianco e nero, ho incontrato due ragazzi, due giovani non ancora trentenni. Una coppia, lui parlava al telefono, capelli ricci barbetta accennata, con accento meridionale diceva a qualcuno al  cellulare che nella zona non sembravano esservi uffici postali. Lei una moretta capelli lunghi sciolti, confermava aggiungendo che più avanti di sicuro avrebbero trovato "una posta". Due giovani meridionali sbarcati al nord in cerca di fortuna, proiettati in un altro mondo qualche migliaio di chilometri dallo stesso mondo che è un altro mondo. Una ridda di pensieri mi ha affollato la mente, di questi tempi bui in cui i processi di automazione e internet faranno perdere lavoro a milioni di persone imponendo una generazione invertebrata di telelavoranti che non sapranno far altro se non cliccare dei tasti. Intendiamoci i ricchi resteranno ricchi, è una questione sistemica, le sliding doors della borghesia (perdonate la categoria veterottocentesca) faranno sempre passare i dirigenti d'azienda da un'azienda all'altra senza che essi minimamente si accorgano di aver cambiato lavoro. E magari faranno figli, andranno in pensione, faranno le loro settimane bianche e vivranno in un sogno dorato dove raccontare di una storta durante l'ultima sciata in montagna potrà rappresentare il più entusiasmante dramma narrativo dal quale sono usciti indenni, narrato magari davanti ad un caminetto di una baita in montagna dove un drone servirà loro l'ultimo rum direttamente da La Habana. Ma i soldi non hanno mai prodotto nulla. Semmai sono le idee che hanno prodotto soldi. Ed ecco che vorrei dire a quei due ragazzi , fermatevi, tornate al borgo mediterraneo da cui siete partiti, per venire al nord a far da schiavetti a questa genia di invetebrati. Ho immaginato che cominciassero anche loro a camminare tutti i giorni. E che cominciassero a coinvolgere in queste camminate quotidiane altri loro compaesani, migliorando la qualità della vita del paese, abbassando le spese sanitarie di tutti, le spese di tutti. Migliorando la salute generale del paesello , del borgo mediterraneo. Ma come fare soldi senza soldi. Come procurarsi delle risorse? Come dare ausilio economico a quelle loro terre abbandonate da Dio e dal mondo? Ammesso che i campi agricoli non siano miniere d'oro a cielo aperto da cui tirar fuori tesori nutrizionali da vendere a chi questi campi non ha più, edificati , sia pure ad edilizia iperecologica e tecnologica, inquinati e quindi incoltivabili, brulla terra sterile pregna di diossina. Il sistema si alimenta attraverso le gerarchie, per cui nel nuovo mondo nel quale tre stronzi occhialuti e brufolosi che siedono davanti a dei computerini in una sperduta valle della California, a Cupertino, hanno bisogno di gente che non pensa niente per perpetuare il loro geniale sogno di niente :hanno bisogno delle borghesie nazionali i cui figli devono portare avanti questa economia del virtuale, in cui i parrucchieri, i coltivatori, i panettieri , gli orologiai, sembrano scomparsi. L'umanità si sta suicidando. Ma ecco che i nostri due giovani del borgo mediterraneo dopo aver migliorato la salute e abbassato le spese ai loro compaesani, hanno un'altra idea. Trovano una casa abbandonata e cominciano a vedersi. Vogliono fare teatro. Cominciano a fare teatro. Piano piano compongono una piece teatrale. La portano nel teatro di un borgo vicino. Al pubblico piace ed hanno successo. Così vanno di teatro in teatro, fino ai più grandi teatri, dove i figli della borghesia d'adozione cupertiniana pagano cifre esorbitanti per non perdersi la rappresentazione di questi giovani del borgo mediterraneo che sono diventati bravi. Da Cupertino sono preoccupati. Il nuovo mondo del vecchio privilegio si sta piegando allo spettacolo più antico e primitivo del mondo: il teatro. Così lavorano sulla grafica del computer e mandano in visione in tutto il mondo piece teatrali in hd create con la computer grafica.
Ma non funziona. Non ha lo stesso successo dello spettacolo teatrale con le persone in carne ed ossa. Con le persone che incespicano nei dialoghi e il pubblico le applaude perché se ne accorge. Con gli attori che una volta sono in forma, un'altra meno ma ce la fanno lo stesso, magari con la fronte imperlata di sudore per un imminente attacco di diarrea. La borghesia Cupertiniana deve segnare il passo. Deve dividere il mondo, deve dividere il suo potere con i giovani di Copertino (provincia di Lecce), lo dico per assonanza , anche geopolitica.
Imbocco il viale che mi riporta  a casa, a passo svelto, respirando profondamente, mentre il sogno nella mia mente è ancora vivido, i due ragazzi del sud sono ormai lontani. Ho in mente che andrò a tagliarmi i capelli dalla mia amica cinese cui chiederò di insegnarmi qualche altra parola nella sua lingua. Poi andrò da Ahmed , il macellaio egiziano e gli chiederò un paio di bistecche di manzo da scottarmi alla piastra. Prima di rientrare a cucinare passerò dal forno dei calabresi e prenderò un chilo di pane calabrese. Magari mi farò dare ancora un po' di 'nduja. Così, una volta finito di mangiare, metterò un po' in ordine, laverò i piatti a mano. La manualità porta troppo lontano , disse una volta in un verso di una sua poesia Rimbaud. Be', aveva ragione. Queste cose in California non le sanno. In California, a dirla tutta, non hanno mai saputo proprio un cazzo, in generale.