giovedì 2 febbraio 2023

Al Bennet




Hemingway aveva le corride, Bukowski gli ippodromi, io ho il centro commerciale Bennet di Cesano Boscone. Perchè la gente è il più interessante spettacolo del mondo e non devi pagare il biglietto. Pomeriggio libero dal lavoro. Barba lunga e incolta, la mia compagna lavora... ciondolo fa i corridoi del Centro, diretto al Padiglione Goloso. Una spianata di tavolini circondata da ogni sorta di fornitore di junk food di varie catene che distribuiscono cibo scadente ma a buon mercato. Al centro della spianata di tavolini un maxischermo. C'è una partita: Lazio-Fiorentina. Mi siedo ad uno dei tavolini e guardo la partita: una noia mortale. Tattica e basta. Nessuno fa un dribling per saltare l'uomo, splendida metafora per incontrare il prossimo. E driblerai anche lui. Ma non succede. Ragnatele di passaggi e non succede niente. In linea con i tempi che viviamo, direi. Se uno per indicarti un oggetto ti spiana uno smartphone con una foto per indicarti cosa voglia: tutta la parte del capire l'oggetto, a cosa serve, come si chiama, nel cervello non c'è più. Silvan della mente. Di questo passo saremo governati da politici che schiacciano pulsantini su un aggeggio elettronico. Tutta la parte relativa ai problemi non ci sarà più. Più o meno come prima. Cambia il metodo resta l'esito: se vuoi risolvere un problema te lo devi risolvere da solo. Come dicono i capi dei killer nei film in cui i loro sottoposti falliscono in continuazione. Dopo il primo tempo della partita mi faccio una piadina. Ma non la posso ordinare ad una persona fisica. Devo usare un totem elettronico esterno alla piadineria e devo pagare con il bancomat. Se vuoi una piadina diversa da quelle che prevede il menu devi andare al supermercato e comprarti gli ingredienti. Poi paghi ad una cassa senza cassiera. Se non vuoi fare due ore di fila alle casse normali. Il disco vibra sul tavolo-ti danno un dischetto che vibra e illumina quando è pronta la piadina. Nel frattempo mi sono deliziato con la partita di passaggi. Torelli della Lazio e torelli della Fiorentina e non succede assolutamente niente. Davanti a me ci sono due donne arabe di mezz'età con un bambino. Il bambino mangia le patatine. Così sta zitto. Mentre le due donne parlano di esami medici. Circolano fra i tavoli, poco dopo in cerca di una penna. E, indovinate un po', io sono l'unico che ha una penna nel marsupio. Non sono un koala, ma ho un marsupio. E c'è sempre una penna, casomai mi scappasse di scrivere. E a volte lo faccio, in mezzo ai tavolini. Circondato da ragazzi che ingoiano hamburger del retrostante Mac Donad. Qualcuno mangia una pizza di quelle alte di Spontini. Altri lo spritz servito su un vassoio dal bar accanto al Mac Donald. Dove hanno sempre una musica sparata a palla. Non si sentono nemmeno le ordinazioni. Una volta un tizio voleva delle tartine con i Ritz. Gli hanno servito uno Spritz. A quel punto, che fai? Bevi. Indizi su un possibile studio su come la discomusic sparata a palla faccia diventare alcolizzati. Sospetto che anche se chiedi una cedrata ti servono uno Spritz. Anche se vai con lo smartphone e mostri al barman la foto di un bicchiere di cedrata Tassoni lui , dopo un'attenta osservazione, vi dirà ah, ma è uno Spritz giallo!

Mangio la mia piadina di farina di kamut, così recita il menu, e dentro c'è del prosciutto, squacquerone e rucola e altra roba che non distinguo più. Avevo visto la piadina su una foto sullo schermo del totem elettronico. Si siedono al tavolo a fianco due famiglie di latini. Hanno bambine piccole al seguito che sguazzano fra i tavolini sorridenti e giocose. E le mamme dietro per controllare che non si facciano male o non scompaiano. I papà mangiano tartine, bevono Spritz e osservano annoiati la partita. Si esaltano solo se prende la palla qualche giocatore sudamericano. Ma anche lui la passa ad un altro giocatore. Non rischia il dribling. Non sia mai possa procurare piacere a qualcuno. Al tavolo a destra si siedono dei giovani. Non superano i vent'anni. Uno di loro parla con accento calabrese. Di sicuro è nato da queste parti, ma deve essere che in famiglia si è conservato il dialetto. O l'accento. Si lamenta per la Juventus. Non ha più il vento in poppa, ultimamente e lui non può più fregiarsi del titolo di tifoso della grande Juve. E non può più sfottere gli altri. Sfottere gli altri per interposti meriti altrui, s'intende. Nel frattempo la Lazio ha segnato. Un gol casuale in mischia. Un giocatore che su un cross la mette dentro muovendo il piede d'esterno. Era lì per caso. Come in attesa di uno Spritz. Nessuno esulta. Beh è normale, non giocano squadre di blasone. Dopo il primo tempo faccio due passi fra i corridoi. Poca gente. Solite famigliole che escono con i figlioletti, liberi dal lavoro. Per loro è come uscire nella piazza del paese. Ora c'è il Centro Commerciale. Tutti dicono di detestare la gente, gli altri. Ma crepasse dio se non escono la domenica per vedere gli altri. Per criticarli, invidiarli, misurarsi, a volte persino, scontrarsi. Nel secondo tempo la Fiorentina pareggia, un bel gol . Di un sudamericano. L'ho capito da come hanno esultato i latini al tavolo vicino alle sedia dov'ero seduto io ...che, come qualcuno che è andato a Roma avevo perso la poltrona. Ma a Roma non si andava per prenderla, una poltrona? Ma io ero semplicemente andato alla toilette. Il signore anziano che era seduto, si alza e mi dice, ho visto che era seduto lei qui...Lo osservo. Ma è sicuro di sentirsi bene? Dico. Sì, sì...è giusto, lei si è alzato per andare in bagno. Grazie dico. Stia pure. Solo che è proprio vero, sa. Cosa? Chiede lui. Gli amici si vedono nel momento del bisogno. Lui mi osserva. Mah, fa, se l'è una battuta, non l'ho capita. Pasolini diceva, se quello che dici non è compreso, non sei vivo. Già, forse non ero io. Ma il mio fantasma. E quella sedia dov'ero seduto era una sedia per fantasmi. Per dieci minuti ci si era spalmato quel vecchio gentile. Forse era il fantasma formaggino!

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