giovedì 2 maggio 2024

Una sera tra amici a Jimbocho

 


Una sera tra amici a Jinbocho, di Satoshi Yagisawa. 

Ho iniziato a leggere questo racconto un po' perplesso, a causa dell'inflazione di questi libri giapponesi che hanno invaso da un po' di tempo le nostre librerie.  Ma il mio amico Gian Maria Garuti , che me lo ha prestato, per queste cose ha fiuto. E infatti la storia delle storie che accadono intorno ad una libreria dell'usato in un quartiere di Tokyo popolato da una miriade di altre librerie omologhe,  piano piano mi ha conquistato.  La protagonista dietro cui si cela l'io narrante dell'autore,  Tanaka, una ragazza ventenne, racconta delle storie personali ma anche collaterali che sorgono intorno alla libreria di suo zio, Satoru, titolare della libreria Morisaki . Descrive i clienti e i vari motivi per cui acquistano i libri, non solo per la passione per la lettura ma anche per collezionismo di timbri d'autore, cronologia di edizioni, bersagliati dai racconti delle biografie degli scrittori di suo zio, spesso durante  un tè offerto agli avventori- aspetto questo delizioso della cultura giapponese-dimodoché l'autore utilizza questo espediente per passare in rassegna la letteratura giapponese, ma in modo lieve e decisamente digeribile ai palati a corto di esperienza letteraria. Tanaka ha un lavoro part time e un fidanzato, Wanda, con cui intavola fitte conversazioni nel bar del quartiere dove si stabilisce un'atmosfera conviviale sorprendente per una megalopoli come la capitale giapponese. Il fidanzato di Tanaka,  Akira Wanda,  lavora nell'editoria di testi scolastici ed ha in mente di scrivere un libro sulla libreria Morisaki, colpito dal clima familiare e di amicizia che  questo piccolo polo librario sembra magicamente stabilire fra le persone che lo frequentano.  Una storia di un'umanità commovente che si dipana con una semplicità,  una levità e una pulizia da farla apparire irreale,  collocata in un altrove fiabesco, eppure al tempo stesso cosi reale,  con tutto il suo inevitabile corredo di lutti, dolori, piccole gioie e sorprendenti sprazzi di felicità,  dovuti alle lettura di libri o alle discussioni sulle letture di libri che coinvolgono anche chi i libri non li legge...ed è la loro magia.  Provate a ciondolare  in una mensa aziendale con un tomo di mille pagine , tipo Infinite Jest, di David Foster Wallace ,come è capitato a me,  e dalle mille domande che vi faranno nasceranno discussioni e racconti autobiografici.  A me hanno chiesto come facessi a leggere un libro di mille pagine. Un po' alla volta fu la risposta...Buona lettura