lunedì 30 gennaio 2023

L'amaro lucano

 L'Amaro Lucano


Facevo la spesa al Gigante. Facevo lo slalom gigante col carrello al Gigante, in altre parole. Di solito vado al Lidl, ma ero capitato al Gigante. Boh, sarà stato per la mia sindrome di Davide contro Golia o per le omonime caramelle che al Lidl non vendevano, fatto sta che giro con il carrello in questo enorme supermercato che prende il nome dalle sue dimensioni, credo. C'era un addetto che stava caricando la frutta. Metteva la frutta nelle cassette e metteva le cassette negli scaffali pronti per la vendita. Notai che parlava da solo. Lui notò che io notai e mi sorrise. Sì, lo so, a volte mi succede. Quando senti che sei circondato da zombies. In che senso, gli chiesi. Barba folta, capelli lunghi, occhialini da vista , emanante un buonissimo odore di patchouli. Sì, perchè la maggior parte delle persone il prosciutto che comprano lo usano per foderarsi gli occhi, disse. L'accento era lucano, le considerazioni amare. Mi venne da definirlo un amaro lucano. Beh, ci sta, come dicono a Baggio, Milano Ovest, dove sono nati i rappers più importanti del paese Italia. Per esempio, continuò imperterrito, questa faccenda della guerra. Putin ha ragione, mi fa ad alta voce. Tre persone si girano e perdono di vista il loro carrello, per pochi secondi. Poi riprendono subito a tenerlo sotto controllo. Non me ne frego, mi ascoltino pure. Io non credo in niente di quello che mandano i telegiornali. Sono tutti venduti agli americani, dicono solo quello che gli dice di dire Biden. Mi fermo incuriosito ad ascoltarlo. Ma veramente credi nel sistema politico di Mosca, gli chiedo. Be', che differenza c'è? Lì se parli male del potere ti arrestano. Da noi il discorso è più sofisticato: ti uccidono socialmente, non fai carriera, resti tutta la vita isolato nell'anomimato. Peggio della galera. Beh, c'è del vero, faccio, in quello che dici, ma perchè sei così amareggiato? Sono laureato in fisica, mi fa. 110 e lode. Ho fatto tutti i concorsi che cristo creò. In questo paese vanno avanti solo i raccomandati. Ecco, io per esempio, sono una persona onesta, che crede nel merito, mi sono laureato con merito...ed eccomi andare al Cnr a Bologna, parlare con un tizio che ad un certo punto, mentre gli sto dicendo i mie titoli accademici, mi fa, ma lei conosce qualcuno a Roma? A Roma, dico, be' a Roma c'ho mia zia, capito, io proprio ingenuo, era anni fa, poi, aggiungo, ho degli amici. E lui, nessuno di questi amici lavora in ministeri? A Roma tutti lavorano in ministeri, no?, va be', lasciamo stare. Poi mi sono presentato in tutti i reparti di medicina nucleare di tutti gli ospedali milanesi. E tutti i dirigenti con cui ho parlato, la stessa storia. Uno di questi mi disse, ma lei com'è arrivato qui? E io, proprio ingenuo, gli dico, ho preso la metropolitana a Romolo, poi sono sceso a Piazza Abbiategrasso e di là ho preso il pullman. E lui imperterrito, lei non ha capito, come è arrivato qua? Tramite CHI? Insomma, un altro mi manda Picone. Io una volta ero anarchico, leggevo Bakunin, lui diceva che per essere liberi dovevi abbandonare persino la famiglia, poi mi sono innamorato di mia moglie. Io mia moglie la amo. Lei si preoccupa per me. Dice che  le mie manie di grandezza sono servite appena a farmi finire al Gigante. Sorrido alla sua battuta. Anche lui sorride. Ma Putin è un dittatore, dico. Vero, ma almeno è uno che detta delle regole e tutti le devono rispettare ed è il solo modo per avere equità fra le persone. La libertà all'umanità dà come risultante che emergono sempre i più furbi, i più arroganti e i più forti a fottere. Negli animali, per esempio, la legge del più forte la fa la forza fisica e l'abilità nel sapersi adattare all'ambiente, fra gli uomini la legge del più forte nasce da un consorzio di persone furbe che si mettono insieme al fine di coltivare i propri interessi a spese degli altri, degli onesti, dei fragili. Sembra il ritratto di Putin, dico. E di Zelensky, aggiungo. Ecco, vedi, dire questa cosa già ti pone in svantaggio, fa. Non mi preoccupo, dico, sono campione del mondo di gommone contro transatlantici. A quel punto arriva un tizio, deve essere un capo. Si rivolge all'Amaro Lucano. Che stai facendo, gli chiede. Rispondo io per lui. Mi sta aiutando a scegliere la frutta, dico. Ah, ok, dice lui. Ah ok. Sanno dire solo questo quelli che non hanno argomenti. E quelli a cui non frega assolutamente niente di quello che hai detto. Mettiamo anche questo “ah, ok” nel calderone dei rapper di Baggio. Ci salutiamo con Amaro Lucano. Capisco che il suo è stato solo uno sfogo. Ma se gli sfoghi aumentano si avrà una dermatite, in questo paese. In questo mondo. In questa vita.





sabato 28 gennaio 2023

Burroughs

 


Burroughs


Nato a Saint Louis, il 5 febbraio del 1914, morì a Lawrence il 2 agosto del 1997. Fu uno scrittore statunitense dalla biografia che è di per sé un romanzo e forse, dico, forse, l'unico romanzo che abbia un senso compiuto rispetto a tutti quelli scritti da lui. Nonostante ciò Burroughs ha influenzato la letteratura, il cinema, la musica in diversi modi. Tramite i suoi scritti , le sue interviste e i suoi interventi, camei e collaborazioni. Rampollo di una famiglia ricca e benestante nota per la produzione di calcolatrici meccaniche ( il nonno aveva inventato la prima macchina addizionatrice scrivente), nel trentadue entrò ad Harvard, per studiare letteratura inglese e successivamente antropologia. Dopo la laurea i suoi genitori decisero di sostenerlo economicamente, sperando in una sua folgorante carriera accademica e di prestigio ma in realtà per tenerlo lontano dalla famiglia a causa delle sue aperte tendenze omossessuali. Una famiglia decisamente progressista, si sarebbe detto. Burroughs invece liberatosi delle imposizioni della famiglia viaggia in tutto il mondo dedicandosi ad ogni tipo di sperimentazione compresa quella dell'uso delle droghe. Non lavorò mai davvero e l'unico impegno lavorativo di cui si abbia notizia consistette in un lavoro di disinfestatore, esperienza da cui nacque in seguito un suo testo dal titolo “lo Sterminatore.” Nel 1939 si amputò l'ultima falange del dito sinistro sostenendo che fosse parte di un rituale indiano. Mostrò il dito al suo analista dell'epoca che lo fece internare. Un'altra versione di questa storia invece fa risalire quest'episodio ad un pegno d'amore nei confronti di un suo giovane amante. Viene in mente qui una leggenda che circola sulla vita del pittore fiammingo Van Gogh, che pare si fosse tagliato una porzione dell'orecchio sinistro per donarlo ad una prostituta da lui frequentata in un bordello vicino a dove lui viveva e lavorava. Alcuni invece sostengono che il fiammingo si amputò l'orecchio perchè affetto dalla sindrome d Menier( la sindrome provoca attacchi progressivi e invalidanti di vertigine). Altri ancora dicono che Van Gogh si tagliò il lobo dell'orecchio sconvolto dalla gelosia in quando Gaugin, suo amico ed altrettanto eccellente pittore, condivideva con lui la peripatetica in questione. Nel 1943 conosce Allen Ginsberg, poeta della Beat generation, con cui ha anche una lunga relazione. E con lui tutto il consesso dei poeti e degli scrittori della beat generation, Jack Kerouac, ricordiamo il suo “ Sulla strada”, Gregory Corso, poeta di origini italiane e Neal Cassidy, che diverrà famoso, sostanzialmente, per essere il protagonista del libro citato che dette il successo a Kerouac:  libro che originò il termine Beat Generation...che significa sostanzialmente Stanco , Abbattuto e trae origine dagli ambienti afroamericani degli anni 50. Ma Kerouac aggiunse a questo termine anche il significato gioioso di Beato , Ottimista. Generazione che si estrinsecò in campo letterario e culturale e che si contraddistinse con proteste contro il sistema anticapitalista di tipo pacifico, la cui immagine paradigmatica potrebbe essere rappresentata dalla ironica piantumazione di fiori nelle canne dei fucili di poliziotti e militari che si opponevano alle proteste pacifiche. Le quali ebbero il loro acme nella protesta contro la guerra in Vietnam. Ma torniamo a Burroughs: nonostante fosse omosessuale-in molti suoi scritti , espliciti, illustra con dovizia anche la sua pratica preferita di quel tipo di omosessuale, che per non tracimare nel linguaggio volgare, consiste nel restare con le ginocchia sbucciate una volta rialzatisi in posizione eretta ( la definizione l'ho tratta da una ghiotta definizione della pratica preferita, riferita in un'intervista, da Brigitte Nielsen), si sposò per ben due volte. La prima volta con una certa Kappler, una nobile austriaca che desiderava prendere la cittadinanza americana ( quindi fu per pura galanteria) la seconda volta con Joan Vollmer, un'amica con cui condivideva la sua insana passione per le droghe. Nei suoi viaggi per il mondo, Bourroghs, capita a Tangeri, dove viene raggiunto dai suoi amici della Beat Generation che lo venerano come un santone, per la sua cultura enciclopedica e per le sue teorie originali ed eversive circa il potere. Ma Burroughs non si sentì mai uno di loro. Tanto che una volta ebbe a dire che lui ai poliziotti non avrebbe lanciato solo i fiori ma anche i vasi con tutto il terriccio all' interno. Ma nonostante questo suo distanziarsi, Burroughs, deve molto a Ginsberg e Kerouac, che mettono insieme i suoi scritti deliranti, di cui era circondato nella sua umile dimora di Tangeri e riescono a mettere insieme un libro, il cui titolo sarà “Il Pasto Nudo” ( l'ispiratore del titolo fu Kerouac). In precedenza Burroughs aveva scritto “La scimmia sulla schiena”, un libro vergato in forma comprensibile, forse l'unico, autobiografico, in cui racconta della sua tossicodipendenza. Il titolo deriva dall'espressione tipica dei tossici statunitensi nel definire i vari effetti dell'eroina. Come avere una scimmia sulla schiena, appunto. Ma Il Pasto Nudo, pubblicato solo nel '59 in Francia, fa diventare Burroughs uno scrittore famoso. E' un successo internazionale. E inaugura una tecnica di scrittura, denominata cut up, più evidente nei lavori successivi, e sperimentata grazie ai consigli di un suo amico e amante, scrittore anche lui e pittore, Bryon Gysin, conosciuto a Tangeri. Questa tecnica consiste nello scrivere e poi strappare le pagine scritte, ricomponendole in modo casuale. Il tutto doveva dar vita ad un nuovo senso del linguaggio scritto che doveva definirsi compiuto proprio per la sua incompiutezza e che , in definitiva, si candidava a rappresentare sogni, deliri ed esplorazioni di mondi i cui confini erano aperti dall'uso delle droghe. Ma l'episodio che segnò l'esistenza di Burroughs e lo spinse a diventare uno scrittore, risale al suo soggiorno a Città del Messico. Una sera con sua moglie Joan Vollmer, sono entrambi ubriachi fradici e lei (o lui, non si saprà mai), si sfidano a giocare a fare Guglielmo Tell che colpisce un bicchiere posto in testa a lei. Burroughs che da sempre aveva avuto una fascinazione per le armi ( una delle tante, insieme a Scientology, credere negli ufo, nei codici maya e nella mitologia egizia), spara per colpire il bicchiere, ma uccide la moglie. A tutt'oggi non si sa come Burroughs riuscì a non essere processato per uxoricidio. Per le autorità messicane fu un incidente e basta. Da quell'episodio che Burroughs dice, lo segnò per sempre, nacque la decisione di diventare uno scrittore. Per non morire. E di dedicarsi per tutta la vita alla ricerca di una libertà che, con ogni mezzo necessario, è il caso di dire, droghe, stati alterati di coscienza, letteratura, mistica, stregoneria, magia persino, liberasse lui dal suo enorme senso di colpa e l'umanità dall'adamitico senso di colpa più generale .Dell'episodio Burroughs riferisce che mentre puliva una pistola che doveva vendere ad un suo conoscente, accidentalmente partì un colpo. 41 anni dopo ( sua moglie era morta nel '51), si sottopone col suo amico , il poeta Allen Ginsberg, ad una cerimonia di purificazione tenuta da un "medicine man" Navajo. Al termine di questa cerimonia, un Burroughs stanco, prostrato dagli anni e dagli eccessi ( gli hanno inserito un bypass coronarico), dichiara di essersi liberato dal demone che lo aveva portato ad uccidere sua moglie. E questo per continuare ad ammantare la sua esistenza di un'aura misteriosa ( per alcuni, invece fu in comodo alibi, ma come, non era morta per un colpo accidentale?)  grazie alla quale , quest'uomo, ha lasciato segni indelebili nell'arte e nella cultura contemporanea: vediamone alcuni:

Ha partecipato come attore ai film Chappaqua di Conrad Rooks (1966), Decoder di Klaus Maeck (1984) e Drugstore Cowboy di Gus Van Sant (1989); in quest'ultimo film interpreta un ex prete tossicodipendente.

  • Ha partecipato al videoclip di Election Day degli Arcadia[7], in una scena in cui, seduto al buio vicino ad una scalinata, tira un cristallo numerato sul pavimento e viene illuminato con una torcia da Nick Rhodes.

  • Ha partecipato al videoclip Last Night on Earth degli U2: nella scena finale si vede Burroughs che chiude gli occhi. Il videoclip fu girato pochi giorni prima che Burroughs venisse colto dall'attacco cardiaco che lo uccise.

  • L'interesse di William S. Burroughs per la magia (in particolare per la magia del caos) lo indurrà nel 1993 all'iniziazione presso l'organizzazione IOT (Illuminati di Thanateros), fondata nel 1978 da Ray Sherwin Peter J. Carroll.[8]

  • Ha partecipato, prestando la sua voce a Sharkey's Night, un brano dell'album Mister Heartbreak (del 1984) di Laurie Anderson.

Influenza nella musica

Il nome del gruppo rock psichedelico Thin White Rope fu ispirato da una metafora usata dallo scrittore per definire il liquido seminale maschile.

Il gruppo musicale inglese Soft Machine prese il nome dal romanzo La macchina morbida.

La canzone The Wild Boys dei Duran Duran è deliberatamente ispirata al suo romanzo del 1971, dal quale il regista Russell Mulcahy intendeva trarre un film. Mulcahy creò l'omonimo videoclip – per la cifra-record di un milione di sterline dell'epoca – nel tentativo di illustrare le sue idee; ma il film, ancor più ambizioso e costoso, restò irrealizzato. Burroughs finì poi col figurare in un cameo di sette secondi con gli Arcadia, progetto collaterale di alcuni membri del gruppo.

La canzone Scentless Apprentiece dei Nirvana è ispirata a un romanzo di Burroughs, ci fu anche una collaborazione tra Kurt Cobain e Burroughs per creare "The Priest they called him"

Nel 1992 invece è l'italiano Faust'O, al secolo Fausto Rossi, ad omaggiare Burroughs con il brano Morbide Macchine dove collabora come autrice Laura Valente.



Normal Mailer, famoso scrittore americano, ricordiamo il suo: “ Il nudo e il morto”, crudo libro sulla seconda guerra mondiale, scritto a soli 26 anni, ha detto di lui: Burroughs è l'unico scrittore americano che può fregiarsi dell'appellativo di genio.


Il pasto nudo” è il primo libro di una tetralogia che , insieme a Città della notte rossa”, “Strade Morte” e “Terre Occidentali”: sono libri difficili, dal genere indefinibile, un mix di fantasy, horror, fantascienza , saggio antropologico e autobiografia, in cui spiccano scene di sesso esplicito e violenza estrema, attraverso cui il padre ( abbiamo visto putativo) della Beat generation, illustra teorie originali ed eversive. Eccone alcuni esempi: la Cia ha sperimentato la bomba atomica perchè le radiazioni uccidono oltre che i corpi delle persone, anche le loro anime, dando luogo ad un morte definitiva, dietro il potere ufficiale c'è un potere soprannaturale forse di origine extraterrestre denominato Banda Nova che condiziona la vita sul pianeta terra, la felicità degli uomini, le loro libertà sessuali, utilizzando molti strumenti, compreso la diffusione tramite magnetofoni nascosti di bisbigli che condizionano le menti ( il Bisbigliatore è uno dei personaggi ricorrenti), l'imposizione di un Dio unico riproduce gerarchicamente la forma di governo dittatoriale ed è stata favorita da chi pensava che il rivolgersi ad un phanteon di dei, che derivavano dalle forze della natura, mettesse in crisi le strutture stesse del potere per sua natura centralizzato, la libertà sessuale è una condizione negata perchè il sesso è una delle forme in cui si esercita la libertà del piacere sui propri corpi e su quelli altrui, se fossimo pienamente appagati sessualmente il consumismo morirebbe, le multinazionali vogliono distruggere la natura per ricrearne un'altra artificiale, trattati sulle droghe, sperimentate direttamente e studiate alla luce della quasi laurea in medicina quando era a Vienna ( in un'intervista sostenne che droghe come eroina, morfina e cocaina, non favorivano alcun processo creativo e che invece marijuana, lsd e company, potevano aprire aree del cervello, inizialmente, favorendo invece detto processo e  che comunque aree di cervello inesplorate potevano continuare ad essere frequentate anche dopo l'uso delle suddette droghe, senza soffrire di dipendenza) e altre decine di teorie che, chissà, magari un giorno, faranno gridare a tutti, non solo a Norman Mailer, che il nostro William Seward Burrough, fosse veramente un genio!






sabato 21 gennaio 2023

Diario, gennaio 2023

 




Diario, gennaio 2023

Seduto al pc, la pagina bianca, senza sapere assolutamente cosa scriverò o di cosa scriverò. Radio Play Classica in sottofondo. Il mondo virtuale a volte può essere utile. Per queste cosette e per il mondo medico-scientifico. Tutto il resto è fuffa a buon mercato. Henry Miller diceva che la scrittura è una meravigliosa tortura. Ti siedi sul tuo altare, una tastiera, la sua era di una macchina da scrivere, e magari hai avuto una giornata non proprio per la quale e tu ti concedi questo privilegio. Pensi che la scrittura non scorrerà. E invece arriva sempre. Lo scrittore è come un prete, la macchina da scrivere il suo altare e Dio lo scrivere. Tutto il resto è fuffa. Leggo ogni tanto delle recensioni a degli scrittori che mi piacciono e sono negative. Questo mi spinge ancora di più ad andare avanti con questa follia. E mi fornisce un'opinione sul genere umano. Bukowski mi ha insegnato che le vere parole oscene non sono cazzo o merda ma uccidere e rubare. E quant'è pieno il mondo di persone che parlano pulito e uccidono e rubano. Senza essere Arsenio Lupin, ladri e gentiluomini, voglio dire. Kerouac mi ha insegnato che puoi scrivere come immagini di un film che non sarà uguale a nessun film mai visto. Descrizioni che implicano visioni sulle cose che si osservano che valgono mille film messi insieme. Per scrivere bene devi leggere buoni scrittori e vivere. Non ci vuole altro. I corsi di scrittura non servono a niente! Quelli che li tengono dovrebbero andare in miniera, starci per un po' e poi scriverci un libro su. Se riescono a farlo cercando di capire cos'hanno scritto, con il tremore delle mani di ore infinite di martello pneumatico. Flaubert scriveva i suoi libri creando le scene nelle stanze in alcune dimore. Mettendo le sedie in un certo modo, il tavolo in un certo modo e gli oggetti del tavolo in un altro modo. E non sapeva ancora se sarebbe stato letto. Il genio è la capacità di scrivere in modo semplice concetti molto complessi, ripeteva Bukowski. Io credo che il genio sia la capacità di scrivere non avendo nessuna aspettativa. Infatti io lavoro tutti i giorni e l'aspettativa non me la posso permettere. Anche perchè non è retribuita. Ma non crediate che mi senta un genio. Magari non sono neanche una brava persona. Molti scrittori non lo erano e non lo sono. Si può scrivere benissimo e sembrare buoni essendo persino dei serial killer. Si chiama tecnica, allenamento. Una volta un tizio dopo che avevo citato alcuni scrittori mi disse, ma non dici mai niente di tuo? Tutto quello che dico è mio, gli risposi. Le citazioni diventano di chi le usa. Tranne in chi le usa per sfoggiare. Ma non è il mio caso. Disse che lui amava la robotica e che se un robottino poteva fargli da assistente da vecchio, lo avrebbe preferito e qualsiasi umano. Io preferisco gli umani tutta la vita, con tutti i loro difetti e tutte le loro paturnie. Perchè ti costringono al confronto con loro. E ti rendono umile. Finite in una casa di riposo con qualcuno che vi pulisce il culo e parliamone, se non gli sarete grato. Nonostante lo debba fare per lavoro. Uno scrittore che ho conosciuto, Pinketts, uno di cui non si trova più niente in libreria, scriveva e leggeva nei bar. Diceva che aveva bisogno anche degli scocciatori e che alla fine il prodotto di quello che lui scriveva era anche il risultato dell'umanità che incontrava, mentre leggeva. Io da anni faccio la stessa cosa. Porto sempre un libro in tasca. Al lavoro, in pausa, mentre gli altri chiacchierano e io con loro. Eppure non perdo il filo. Ad esempio se Saramago scrive, al povero non dare, al ricco non dovere, al frate non promettere. Perfetta definizione del modo di fare e agire del potere. Date retta a me. Non pagate nessuno psicanalista. Leggetevi anche solo dieci minuti di un libro, tutti i giorni. Di un libro buono, però. Passerete dieci minuti ad ascoltare qualcuno cha ha qualcosa da dirvi. E riuscirete a trovarci sempre qualcosa di utile. Certo, anche nei libri brutti c'è del buono. Il fatto che vi fanno pensare a quanto poco rispetto ci sia per l'Amazzonia, per esempio. E rispondete sempre a chi vi chiede cosa state leggendo. Spiegateglielo. In qualsiasi modo glielo spiegherete sarà il miglior modo per spiegarglielo. Ecco, vedete. La scritture è venuta e qualcosa ho scritto o qualcuno ha scritto per me che batto sulla tastiera. Questo non lo saprò mai. E' uno dei misteri della scrittura. Un mistero della fede. Nella religione della scrittura. Chi l'avrebbe mai detto, ma si può essere preti anche senza essere preti. Buonanotte
















sabato 14 gennaio 2023

Diario, gennaio 2023





 Diario , gennaio 2023

Flash Back.

Guardavamo sempre, nel pomeriggio, Quando si ama, una soap opera americana che in Italia fu fra le più seguite. Trasmessa su Rai due dal 1986 al 1999. Dopo pranzo a casa con i miei, ad Ostuni, prendevamo il caffè e ci mettevamo in poltrona per guardarcela in santa pace. Mia madre diceva che la rilassava. Persino mio padre, scettico di natura su queste cose, aveva preso l'abitudine di seguirla. C'era un personaggio Harry Sovolsky, interpretato dall'attore americano Ed Moore, che era una specie di maniaco, violento, che improvvisamente irrompe nelle vite intrecciate di 4 famiglie bene che si svolgevano a Corinto, in Pensylvania, che , con l'andare delle puntate finisce per diventare, tutto sommato meglio dei cosiddetti “perbene” che minacciava. Harry Sovolsky aveva un debole per una milf bellona, tale Gwyneth Alden, interpretata dall'attrice Christine Tudor Newman, inarrivabile, all'inizio. Ma poi fra i due scoppia un amore improbabile, tipo la bella e la bestia. Sovolsky, doppiato da Luigi Montini, aveva una voce rauca e arrabbiata e minacciava di risolvere le sue controversie sempre con modi spicci e delitti per strangolamento. Faceva sempre un gesto con le mani come se torcesse il collo ad un cappone. E mio padre quando vedeva quel gesto, rideva a crepapelle e lo rifaceva. Ci vorrebbe un Sovolsky nella politica italiana, diceva. Uno che scapuzza colli. Lo diceva in senso metaforico, ovviamente. Ma poi restò invalsa in noi questa cosa. Per cui quando ci trovavamo davanti a profonde ingiustizie e osservavamo cose che non andavano , nella vita di tutti i giorni, usavamo dire: qui ci vorrebbe un Harry Sovolsky. La soap opera, agli ultimi posti negli Usa, in Italia fece un record di ascolti mai più eguagliato. Vai a capire perchè. Misteri antropologici.


Andando al lavoro in macchina di solito ascolto radio Kiss Kiss. Alle 8,30 di alcuni giorni fa, nella fascia oraria di Pippo Pelo Show, la coppia di conduttori radiofonici stava intervistando telefonicamente tale dottor Rossi, sessuologo. Alle 8,30. Il tema era il calo del desiderio sessuale nei maschi italiani , che secondo il Dottore era da addebitarsi alla rinnovata libertà e indipendenza della donna che creando un'aspettativa di prestazione nei suddetti maschi italiani, provocava questo calo.In studio la coconduttrice non diceva niente. Il conduttore uomo, tale Pippo Pelo, imperversava con le sue tirate maschiliste e giustificazioniste del calo del desiderio nei maschietti, da attribuire alla libertà di cui gode la donna. Sorgono alcune domande: ma l'amore e l'intesa, dove le mettiamo? Niente, il sesso ridotto a puro esercizio idraulico. La verità è che se la storia è come un gambero e procede un passo avanti e due indietro, la storia sessuale degli italiani è un gambero a cui hanno tolto le marce per andare avanti e procede a retromarcia. Lasciamo stare le storie di sesso nelle mutande di ciascuno di noi, il parlarne troppo sottende sempre il praticarne poco o niente. E' sempre la stessa storia. Poi, indomiti, il Dottor Rossi e Pippo Pelo, proponevano un'altra questione di irriducibile e cruciale importanza: citando una donna che dichiarava su un whatsapp che teneva sempre in borsetta un sex toy, cosa di cui il marito sarebbe stato a conoscenza, dichiaravano incommensurabilmente che il terzo incomodo, il sex toy, poteva giovare alla vita sessuale della coppia. Ora, a parte il constatare che alle 8,30 sono argomenti questi che fanno pensare che la fascia protetta sia dedicata ormai alle trasmissioni notturne che ascoltano solo pochi aficionados ( intendiamoci, io sono fra coloro che ritengono più oscene notizie su guerre e delitti), da quest'ultimo argomento, ne diparte la constatazione che è inutile essere gelosi se la vostra donna cambia spesso forma e materiali del portascottex. O no? Lasciamo stare le borsette delle nostre mogli attaccate all'attaccapanni, ben chiuse con i loro segreti. E' il bello della vita. E non c'entra nulla con i mariti che preferiscono manovrare joystick sulla plancia della playstation, anziché dedicare i pomeriggi liberi alle mogli. O no?




venerdì 13 gennaio 2023

Istantanee, di Masietta Palmisano.


 "Istantanee" di Masietta Palmisano è un'antologia poetica di questa straordinaria autrice. Masietta Palmisano nasce, nel '41, a San Michele Salentino (Br). Dopo essersi laureata a Bari in Lettere, segue i corsi di lingua e letteratura spagnola di  Vittorio Bodini, grande poeta e traduttore italiano. Insegna per 40 anni nelle scuole medie e gira l'Italia, in particolare la Basilicata, che oltre ai suoi paesaggi unici sapientemente descritti in "Cristo si è fermato a Eboli" dell'incommensurabile Carlo Levi, le fa conoscere un altro grande della Poesia: Rocco Scotellaro, socialista della prima ora che conobbe a sua volta i Fratelli Rosselli. Tricarico, infatti, luogo di nascita di Scotellaro, si impone alla professoressa Palmisano come una seconda patria, d'adozione. Masietta scrive poesie da sempre e negli ultimi anni ne pubblica a profusione sul suo profilo di Facebook, sempre suffragate da gradimento e apprezzamenti. La brevità dei suoi componimenti aiuta in questa sua diffusione social. Conobbi la professoressa Palmisano per essere stato invitato, come autore, in una trasmissione radiofonica su Radio Ostuni in Arte, dal titolo "Pagine di Vita", da lei animata, in coppia con Giampiera Quartulli. Trasmissione che si proponeva di far conoscere e valorizzare personaggi di quel di Ostuni poco noti e non troppo valorizzati, fuori dalla vulgata mainstream che invece ne esaltava e divulgava altri forse meno valenti, dei suddetti meno noti. La professoressa Masietta Palmisano, in coppia, come detto, con la signora Giampiera Quartulli, poetessa anch'essa e ottima divulgatrice e scopritrice di talenti nascosti, contribuirono in seguito a rendere questo loro programma molto noto e apprezzato, punto fermo nelle estati ostunesi per decenni, allorchè la fecero diventare spettacolo su un palco e in video. Ora la professoressa Palmisano, spinta dai tanti suoi lettori social e da tutti coloro che ne riconoscevano il valore poetico, si decide a pubblicare un'antologia dei suoi componimenti poetici più significativi, all'interno di questo bellissimo testo intitolato, appunto: Istantanee. Quando le feci visita poco tempo fa , nella sua bella dimora in una zona centrale della città di Ostuni, dove si gode il suo buen retiro e dove verga le sue splendide poesie, mi disse che intendeva con la pubblicazione di questo testo, trasmettere le sue emozioni scritte in forma poetica alla famiglia e agli amici. Leggendo questo suo testo, compatto, manegevole e molto ben stampato, edito dalle edizioni EFG, un editore umbro, in realtà, ci si accorge che il mondo poetico di Masietta Palmisano possiede dei requisiti per una divulgazione a 360°, capace di interessare, incuriosire e allietare,  oltre la cerchia di lettori a cui l'autrice stessa pensava fosse destinato. Ci si trova davanti a componimenti che presentano una cifra stilistica che, per chi aveva già letto le sue poesie, diviene riconoscibile. I testi hanno il pregio d essere brevi, raramente superano le due pagine. Ma la condensazione di immagini, pensieri e citazioni classiche (queste ultime poche e poco disturbanti lettori che non hanno fatto studi classici), nelle sue poesie, le rende piccole gemme di un più ampio rosario che abbraccia ogni argomento umano: i versi spaziano ( il libro è diviso per argomenti, in sezioni) fra affetti familiari ( i figli e suo marito Armando, in particolare), descrizioni paesaggistiche di mare, boschi, piante, pennellate di colori che descrivono succulente pietanze , ma anche povere e tradizionali perle gastronomiche che si riconoscono nei tipici genius loci culinari della Puglie e della Basilicata: regioni saccheggiate dallo sguardo attento ai particolari, mescolato a stati d'animo di gioia, malinconia, slanci vitalistici e riflessioni filosofiche scritte con una vulgata accessibile a tutti. Bukowski scriveva sempre che il genio consiste nella capacità di rendere in parole semplici concetti complessi: eccone un esempio: "Scrivere e amare": Scrivere e amare/vanno a braccetto/lungo il percorso/insieme scansano i pericoli/del viaggio/ma la vittoria è assicurata./Scrivere e amare, pilastri della vita. Commoventi i versi di un haiku, compomimento poetico di origine giapponese composto di tre versi, intitolato, "L'abbraccio": Non smetterò di abbracciarti/terrò le braccia larghe/quanto il tuo cuore amico./ Non a caso nella sezione dedicata al suo caro marito Armando, scomparso abbastanza di recente. Personalmente mi ha fatto venire in mente mia madre, quando ricordando mio padre, scomparso anch'egli, da poco, usa ripetere: tuo padre aveva un abbraccio unico, tutto suo. Non te lo so descrivere, ma abbracciava in un modo unico. Splendide le sue poesie in cui descrive colori e umori della natura, degli alberi, dei frutti, tutti tipici della campagna mediterranea. Come nella sezione "Notturni" ed, in particolare nella poesia:"Un sogno": ....mi viene incontro l'albero di fico/rosso sangue/in cima ad un brocco/un frutto, baciato dal/ sole, occhieggia./Sento l'odore del latte/vischioso ed aspro che/scorre dal picciolo./Poco dopo mi trovo le mani insanguinate/dal gelso rosso, succulento/dal sapore asprigno./...il pane di grano è cotto/così la bambolina di pasta/ a braccia aperte./ Si diffonde il profumo/ orientale dei fichi/con buccia di limone e semi di finocchio/...E la celebrazione degli elementi naturali, come la Luna, ad esempio in "Selene" (sempre sezione Notturni): Ti diverti con la luce/ad illuminare le rughe argillose/dei calanchi./Paesaggio lunare dal fascino/delle Ere geologiche./Un tempo regno di Nettuno. Istantanee, titolo azzeccatissimo, perchè in pochi versi si fotografa la sociologia di un luogo o la sua antropologia: come ad esempio in "Paese Salentino":Nei paesi del sud/semi di meloni/ad essiccare/sui davanzali/bambini scalzi/in cerca d' ombra/per giocare ai bottoni/cala il tramonto. Persino gli animali vengono descritti e "fotografati a parole":come ad esempio in "Punto": Ti ho visto lì raggomitolato/per il freddo/notti inclementi/non rispettano/il tuo mantello bianco./Se fossi figlio mio/ ti chiamerei Titto/come tuo fratello./Ho pronta per te/una coperta./ Il mio pensiero/ ti riscalderà/creatura del Signore./Il verso francescano/è per tutte le creature./ E non mancano echi di comicità apparentemente involontaria, boutade letterarie poetiche, come nella poesia "La natura generosa" (sezione Inverno): Oh, che cavolo/non ricordava/di aver interrato un seme./ Era la fine di luglio./ Scoprì quel cavolo/ormai maturo/come una mamma/al nono mese./ Stupenda e sentita emozionalmente la sezione dedicata , come accennato, ai "Paesaggi Lucani" ed in particolare a Tricarico. Come in "Aiutami a cantare la tua terra": Tricarico con le sue torri/Vissi nella normanna/sorvolata dal nibbio/accarezzata dai fiori di malva/illuminata di notte/ dalle lucciole./Mi si precluse di conoscere la torre Saracena/la Rabatana./ Mai nessuno ha potuto chiudermi gli occhi al/ giallo delle ginestre/ai tappeti color ocra cangiante./ Balle di fieno ad asciugare al sole/greggi al pascolo./ Somari forti coraggiosi lungo sentieri/che portano al cielo. Siamo alla perfezione filmica, pare attraverso questi versi come se Masietta Palmisano avesse sorvolato la città in elicottero per girarne un filmato...e invece è la sua mente filmica ad aver assemblato tutte queste immagini in un piccolo documentario scritto a parole. E geniale l'haiku dedicato al fiume lucano Basento (sezione Paesaggi Lucani), titolo: "Il Basento e Tricarico": Nell'arsura estiva/il Basento è mare/per chi ha in mente Itaca./Istantanee è  in definitiva un puzzle di immagini poetiche che abbraccia l'intera esistenza, mescolando l'amore per il suo compagno di una vita Armando, per i suoi figli e finanche per la sua mamma, di veneranda età, che resiste come una quercia, ultranovantenne, agli insulti del tempo, via via lungo il corso della sua esistenza, un esistenza lunga e piena. Le amiche, le compagne di strada, uno sguardo da una finestra, fuori il sole, di notte la luna, da mirare alla finestra, appena svegli dopo un lungo e tormentato sogno, o di giorno, dopo una veglia che restituisce immagini di un mondo parallelo a quello reale, che è quello poetico. Fino a quando non riesci più a distinguerli. Eppure, l'autobiografia degli affetti , mischiata a quella degli elementi, ci fornisce un quadro poetico completo, di una poetessa che  a me personalmente,  non piace assimilare a nessun altro poeta , forse perchè ormai, nel leggerla ne riconosco stile e cifra poetica. Ed è così quando hai trovato la tua voce. Complimenti Masietta Palmisano: hai trovato la tua voce! 

sabato 7 gennaio 2023

La leggenda del pianista del villaggio Giardino...




La leggenda del pianista del quartiere giardino.


Abito in un'angusta , ma non per questo meno confortevole, dimora nel quartiere Giardino a Corsico, hinterland milanese, Milano ovest. Il quartiere è provvisto di una Coop, di un chiosco edicola che vende oramai solo Mani di fata alle signore che ricamano a casa dopo aver ricamato sugli altri al bar, una pista di pattinaggio dove non pattina mai nessuno, che si apre al centro di alcuni alberi che d'inverno sembrano dagherrotipi, un forno animato da calabresi che prima era un circolo culturale ( giuro) diove giocavano a carte gli ndranghetisti in soggiorno obbligato ( forse stanchi di essere obbligati a stare nei loro, di soggiorni)...poi cos'altro? Ah, sulla pista di pattinaggio ci giocano al pallone d'estate. Lunghe sfide fra marocchini e italiani. Io gioco con i marocchini, che dicono che sono abituati a giocare sui campi non in erba...perchè di solito se la fumano prima di giocare, credo. Il mio palazzo è uno dei tanti Godzilla di cemento armato dei nuclei proletari abitativi della zona. Nel mio palazzo abita di ogni: consiglieri comunali, consiglieri di condominio, impiegati del comune, operai, manager ( ebbene sì, pure loro), puttane, tossici che passano per brave persone e brave persone che passano per tossici...in cima al mio appartamento ci abita una coppia separata con un figlio e un cane che non la smette di abbaiare quando viene lasciato solo, poverino. Soffre la solitudine. E rompe i timpani, oltre a qualcos'altro. Lo tollero perchè avendo il palazzo in ristrutturazione col bonus 110% sono circondato da impalcature popolate da operai magrebini che ascoltano tutto il giorno, alternativamente, litanie arabe coraniche e Laura Pausini. Di fronte all'ingresso del mio appartamento, abita una coppia giovane e misteriosa che possiede un cane artico bianchissimo che mi osserva quando li incontro con uno sguardo melanconico come se mi volesse dire: sono più taciturni di me. Delle due l'una o hanno i muri insonorizzati o da loro il sesso è sconosciuto. Ma uno dei personaggi più interessanti della fauna con cui ho ha che fare giocoforza nel mio palazzo è, il pianista. Venne a stare nell'appartamento prospiciente , alcuni anni fa. Uno e settantacinque, capelli bianchi lunghetti sul retro, stempiato. Veste vintage e ha anche un'auto vintage, una Cadillac , credo, che tiene sempre nel box dopo che una volta è entrato nel forno dei calabresi. Non è servito a niente spiegargli che adesso è un forno e che non è che tutti i calabresi siano affiliati...semmai sfilatini, trattandosi di un forno. All'inizio non si capiva che lavoro facesse. Lo avevo preso per un pensionato, solo, scapolo, separato o vedovo. Lo incontravo per le scale sigaretta in bocca e buongiorno buongiorno e basta. Mai vista entrare una donna a casa sua. Men che meno uomini. Le finestre della sua dimora non hanno le tendine e quando lui è in casa rimedia abbassando le tapparelle. Ho idea che si senta provvisorio, da queste parti e che stia cercando altro altrove. Oppure semplicemente gli puzza andare dai cinesi a comprarsi le tende per le finestre. Fin qui, nulla di strano, direi. Ma con il passare degli anni qualche stranezza si è verificata: di notte , sul tardi, sentivo dei gemiti di donna che faceva sesso, ma proprio ad alto volume. D'estate si diffondevano in tutta la strada a lato dell'appartamento. Cavolo, mi dissi, il vecchio si da da fare, nonostante sia vecchio e non abbia le tendine alle finestre e altre piccole stranezze. Ma ascoltando sempre meglio nei mesi successivi riuscii a capire che trattavasi di film porno che lui guardava , sul pc, immagino, dati i tempi correnti ( dvd e cassette dagli edicolanti compiacenti risalgono al secolo scorso)...e subito dopo la conclusione del film o dei rumori del film ( non voglio pensare ad altri tipi di conclusioni), ecco diffondersi nell'aria , attraverso i muri, nelle strada a fianco, pezzi di pianoforte straordinari, ritempranti e catartici. E si capiva che era un pianoforte vero, non pezzi provenienti da radio e lettori di cd. La cosa si verificava costantemente, specie d'estate, a notte inoltrata. Altre volte, di pomeriggio, ero in casa e ascoltavo attraverso i muri quell'uomo, dalla voce roca alla Vasco Rossi alla trentesima Marlboro, che parlava al telefono ad altissimo volume...forse su skype (rideva a crepapelle, durante quelle telefonate). E poi dopo la chiamata ecco ancora il pianoforte. Ma non mi sembrava di riconoscere pezzi classici ( ne so abbastanza di musica classica per pianoforte), credo fossero pezzi suoi. Un altra volta stavo ascoltando un pezzo bellissimo al pianoforte, che mi ha incantato e mi ha tenuto inchiodato all'ascolto a lungo. Erano le 3 di notte, ma non mi ricordo se prima c'erano stati gli orgasmi di film porno ad alto volume. Dormivo della grossa. Qualche volta fra vicini sentivo che commentavano la strana vita del pianista del villaggio giardino di Corsico. Le ipotesi più fantasiose. L'unica che mi sento di accreditare ( che poi è la mia) è che si tratti di un maestro di musica in pensione, che arrotonda facendo lezioni di pianoforte da remoto su skype, tra un sollazzo pornografico e l'altro...ma naturalmente nessuno dei vicini tende ad accreditare questa versione. Perchè troppo banale e mite. Se non è un mostro pedofilo o anche peggio, perde il suo appeel. Nonostante mi sia simpatico, comunque, quando ci siamo incontrati durante le vacanze di Natale e mi ha porto la mano per farmi gli auguri, be', che volete, mi sono inventato la scusa del covid per non stringerla. Avevo da poco ascoltato uno di quegli ululati orgasmici provenienti da casa sua. E se tanto mi dà tanto, non c'è bisogno di dare una mano a chi già se la dà da se'....