martedì 29 marzo 2022

Gracyanne

 Gracyanne

Ero seduto ad un tavolo da cucina da qualche parte in piazza Prealpi, a Milano. Avevo conosciuto Gracyenne al Festival Latinamericano che tutte le estati si svolge ad Assago in mezzo a zanzare e fumi d'arrosto. Gracyenne lavorava lì, allo stand brasiliano. Ogni tanto mi passava sotto banco una birra Brahma e io me la bevevo a canna bella gelida. Non so perchè, ci stavamo simpatici. Ma non c'era mai stato nulla di sessuale, non so dire perchè. Lei era una brasiliana atipica, seno prosperoso e bacino stretto. Di solito le brasiliane tipiche hanno un seno piccolo e il bacino largo. E ballava benissimo il samba, cosa che le aveva scolpito il corpo, dal momento che esistono balli di alcuni paesi e culture che sembrano inventati a posta per lasciare un segno nei corpi e nei caratteri. E a furia di ballare il samba i brasiliani sono allegri e in forma e bruciano la birra come se niente fosse. Ora ero seduto a questo tavolo della dimora dove Gracyenne abitava. Di fronte a lei c'era Franco. Franco era andato in pensione a 50 anni, lavorava in ferrovia e dopo la pensione aveva continuato a lavorare come camionista. Diceva che i soldi della pensione a MIlano non gli bastavano se non per vivere da pezzente e lui la vita da pezzente non la voleva fare. La casa era di Franco e  Gracyanne, diciamo così, era la sua donna. O almeno a me così pareva. Gracyenne mi aveva invitato per farmi assaggiare la cucina brasiliana di cui io sono particolarmente ghiotto e nello specifico, fagioli neri e churrasco. Il churraco era l'arrosto tipico di carne,  brasiliano, il cui pezzo forte era costituito dalla picanha: codone di vitellone cotto fino ad un punto in cui la parte interna del codone doveva restare semicruda. Ci voleva arte per cuocerlo così e lei quell'arte la conosceva.Mentre degustavo il riso basmati bianco mischiato ai fagioli neri speziati e mixati alla farofa( farina di mais inframezzata da tocchetti di wurstel), scoppiò il casino. Franco cominciò a dire che forse era il caso che loro due si sposassero. Così quando lui non ci fosse più stato, perlomeno a lei sarebbe rimasto qualcosa, la casa per esempio. Lei avvampò in viso e rispose di no. Non si voleva sposare. Voleva essere libera. Disse, voi calabresi poi vi sposate e e accampate diritti sulla nostra libertà. Lo so che siete così, è successo ad una mia amica. Franco era calabrese. Da 40 anni a Milano. Parlava ancora con l'accento calabrese. Poi, disse Gracyanne, comincerai a dire che non posso uscire da sola e che non posso andare a ballare da sola. Gracyanne aveva 32 anni, Franco 65. Mentre litigavano io mangiavo e bevevo birra brasiliana. Poi ad un certo punto si rivolsero a me, chiedendomi cosa ne pensassi. A me passò l'appetito. Ero alla terza fettina di picanha. La trangugiai velocemente, perchè pensai, ora mi passerà l'appetito. Che vi devo dire, dissi, la picanha è eccezionale. Silenzio. Attesi. Poi dissi così. C'è una certa differenza d'età, fra voi due. Per cui non si può pretendere che Gracyanne non completi il suo ciclo di esperienze. Che, d'altra parte Franco, tu, hai già fatto. Per cui secondo me la cosa migliore è fare un accordo. Avevo sentenziato. Piegai la testa sul piatto e continuai a mangiare. Era tutto squisito. Poi Franco mi guardò e disse, sei stato con lei, vero? No, dissi, sollevando la testa dal piatto. Ad ogni modo dovresti chiederlo a lei. Lui non riusciva a guardarla in faccia. Gracyanne era giovane e bella, ma perchè gli uomini di una certa età non si rassegnano  al fatto che una donna giovane e bella la debbano dividere anche con gli altri? Ovviamente fra gli altri non c'ero io, in questo caso. E poi, perchè quando una donna dice di voler uscire da sola per divertirsi, deve necessariamente fare sesso con altri? Io e Gracyanne eravamo amici e non era mai accaduto nulla, al riguardo. Io non ne avevo fatto una malattia. E neanche lei, del resto. E secondo te, io dovrei permettere a questa qui di andarsene in giro a fare la puttana? Il pasto era rovinato. Gracyanne mi guardò dispiaciuta. Sapeva quello che stavo pensando. Mi conosceva bene. Sapeva che mangiare era parte del mio approssimarmi al piacere. Mi alzai dal tavolo. E andai a prendermi il giubbotto. Dì un pò, ce l'hai con i calabresi, vero, mi inveì contro Franco. Ce l'ho con gli stronzi, dissi. Mi hai rovinato il pranzo, aggiunsi. Gracyanne era mortificata. Venne ad abbracciarmi. Mi abbracciò stretto stretto. Passarono gli anni e Gracyenne era andata a vivere da sola. Ci siamo incontrati una volta al festival latinoamericano. Sai una cosa, mi disse passandomi una brahma sottobanco. Cosa?Chiesi. Ho sempre voluto andare con te, disse. E perchè non l'hai fatto? Le chiesi.  Perchè amavo Franco. Non l'ho mai tradito. Volevo solo essere lasciata libera di non tradire. Ma voi uomini, queste cose non le capite. Sollevai la birra. Bevvi a canna. Noi uomini non capiamo molte cose, affermai. Finii la mia birra. Da quel giorno non ho più visto Gracyanne. Ovunque tu sia, buona fortuna.


venerdì 18 marzo 2022

Elogio di un certo tipo di ignoranza.

 Elogio di un certo tipo di ignoranza.

Dunque, ci mi conosce e chi mi segue sa che non seguo talk show politici o trasmissioni simili. Trasmissioni cosiddette di approfondimento. Io leggo libri. C'è chi pensa che in questo modo si è fuori dal mondo. Può darsi, ma il mio mondo e quello di molti come me, consiste nell'alzarsi la mattina, andare a lavorare, fare la spesa...sono uno del popolo. Sono del popolo. Non è che il popolo mi stia particolarmente simpatico e immagino che la cosa sia reciproca, ma diciamo che le cose che faccio e dico per esprimermi ma le finanzio da me. Per cui, giuste o sbagliate che siano, si suppone che io non abbia interessi economici, al riguardo. Non posso dire la stessa cosa per la maggior parte dei nostri giornalisti radiotelevisivi o della carta stampata, i quali, "poverini", devono dire e scrivere quello che gli conviene, quello che fa comodo a chi li paga. Tranne rare eccezioni, che pure ci sono. Ebbene, sappiate che io non vi guardo e non vi leggo. Vi vedo sollevare le spalle in segno di noncuranza. Be', io sono il popolo e non vi guardiamo. Sappiatelo. Io se mi posso bere una birra e mangiare una pizza in compagnia parlando di calcio, figa, e qualche volta, di filosofia, con gli amici avrò fatto per me e per gli altri qualcosa di molto più utile dello starvi a sentire. Avrò esercitato il mio diritto di non ascoltarvi e di non leggervi e di sentirmi, per questo, ignorante esattamente come prima. Anche perchè se vi ascoltassi non vi capirei. O forse vi capirei troppo bene. Avete famiglia, mutui da pagare, siete ospiti in trasmissioni scintillanti-tranne quando va via la luce e restano i vostri cervelli a brillare ( ma non erano le mine, che brillavano?). Andate in vacanza a Portofino, cose così. Perchè dovreste dire e scrivere cose che siano utili al popolo? Voi siete l'elite, siete l'intellighenzia, sapete parlare e scrivere...Ma il vostro tempo sta per scadere. L'ignoranza vi travolgerà. Con la sua semplicità. Perchè, come diceva un mio amico, quando ascolti qualcuno parlare, chiediti sempre, chi lo paga? Esiste una parola per spiegare questo atteggiamento, demagogia. Ma almeno è sincera! Non pretende niente. Voi pretendete di parlare , scrivere ed essere ascoltati e letti, mentre esprimete notizie e questioni nelle quali nemmeno credete o pensate. E per questo siete diventati star televisive. Io resterò in pizzeria a parlare di calcio, figa e, qualche volta, di filosofia, con gli amici. Sarà tutto tempo guadagnato alla vita rispetto a quello perso ad ascoltare le vostre idiozie vestite di giarrettiere di pizzo che fanno tanto eccitare i vostri editori. Come parlare del sangue del popolo. Di cui non vi importa nulla. Nemmeno che vi dica in faccia, io compro il giornale e sono il vostro datore di lavoro. A quel punto vi inalberate e invocate la libertà di pensiero. Del vostro pensiero, si capisce. Scrollate le spalle e parlate di invidia. Non c'è problema, l'ignoranza vi seppellirà. E sarete stati voi a invocarla, col vostro essere acritici. Venite in pizzeria a parlare di calcio, figa e , qualche volta, non sempre, di filosofia, dopo una dura giornata di lavoro, se ne siete capaci. Vi divertirete molto di più che impiegare il vostro tempo a curare il reflusso gastrico, sorto per non essere mai riusciti a dire, veramente, quello che pensate. E nel caso vi foste riusciti e avesse coinciso con il pensiero del vostro editore, sarebbe solo perchè vorreste, un giorno, prendere il suo posto. Per non incontrare mai il popolo, in pizzeria. 

mercoledì 16 marzo 2022

Diario di marzo.

 Mi mancano venti minuti prima del lavoro all'Ikea. In questi giorni su 4 clienti 3 sono ucraini. Arredano case per parenti profughi. Non parlano della guerra e non cercano solidarietà. Hanno fretta e basta. 

Sono uscito a camminare ed ho incontrato Carlo Marx. Chiamo così un vecchio con la barba bianca e gli occhiali. Anche lui cammina tutte le mattine. Solo che lo fa scalzo. In tutte le stagioni. Dice che la cosa lo tiene a stretto contatto con la terra. Così si ricorda di non volare troppo coi pensieri. E' un vecchio simpatico. Ma non parla molto. Ha già parlato abbastanza. E sa che gli umani non ascoltano. Lo capisco io quando vendo un armadio. Devi ripetere le cose cento volte. Siamo abituati allo  zapping televisivo per non avercelo anche del pensiero.

Sulla guerra dico poche cose. Chi mi conosce sa che sono pacifista. Sono stato anche presidente del movimento per la pace, dalle mie parti in Puglia, quand'ero praticamente in fasce. Sottolineo solo che noto che c'è una gran voglia di menar le mani. Specie negli uomini. Specie in quelli che hanno smesso di menare la mani alle donne. Traduco dal mio dialetto d'origine: non vuol dire picchiare, quest'espressione ha un significato più libidinoso.

 La guerra deve finire. Ma io non mi schiero nè con la Nato nè con lo Zar. E chi alimenta il conflitto non fa altro che tifare per la morte. Da entrambe le parti. Zelensky ha detto una cosa ragionevole. Gliene do atto. Ha detto che l'Ucraina non può far parte della Nato. L'avesse detto prima non sarebbe nato questo conflitto? Non lo so e non credo. Ma così si mette fine alla sofferenza del popolo ucraino. I ricchi ucraini si sono già pagati residenze all'estero. Chi resta sono i poveri e gli idealisti. Naturale, anch'io difenderei la mia casa attaccata. Ma lo farei in silenzio e per me stesso e per la mia famiglia. Ne' per Zelensky, nè per la Nato, nè per far prendere voti ad Enrico Letta. Uno che si mette l'elmetto per paura che gli sfugga qualche idea intelligente! L'Italia ripudia la guerra. Articolo 11 della costituzione. La guerra è un affare e Zelensky, le armi che gli stiamo inviando, le sta pagando. Lo ha detto lui stesso. Tutti questi politici che vogliono menare le mani, perchè non fanno un corteo e non vanno a Kiev? Perchè non si mettono in mezzo ai due eserciti e non fanno cessare la guerra? Perchè non vogliono. Questo è un modo intelligente e bellico di fermare la guerra che sta uccidendo, come sempre, solo i poveri. Chi alimenta il conflitto è complice di Putin. Io penso questo.

Piedi a terra...come Carlo Marx...