venerdì 31 dicembre 2021

Il cenone

 Era da solo in casa. Tutta la sua famiglia , parenti vicini e lontani , si erano presi il covid. Ed erano in isolamento. Si accingeva a passare l'ultimo dell'anno da solo . Si sedette in poltrona e accese la radiolina. Era una piccola radio non digitale, tradizionale, con antennina. Fece scorrere il cursore e si fermo' su alcune stazioni radio. Musica, notizie, deejay che commentavano-erano i nuovi  opinionisti-e telefonate dei radioascoltatori. Questi ultimi ci tenevano a far sapere che avrebbero passato l'ultimo dell'anno in compagnia. Avrebbero brindato. Poi i botti. E i cani e i gatti, poveretti? Sei il solito animalista ed ecologista sognatore in un mondo che ha macellato migliaia di  agnelli per il cenone, penso'. Dobbiamo uccidere l'anno che e'passato. Lasciateci festeggiare, dicevano  i radioascoltatori. Lasciatelo lavorare, dicevano di Berlusconi. Quando non vedi le facce te le immagini. La radio e' uno strumento per ciechi che stimola l'immaginazione. Le trasmissioni radio sono diari orali. Puoi ancora farti il tuo film. Dette una scorsa ai social, sul telefonino. La sua finestra sul mondo dove si affacciava per vedere le migliori versioni che gli altri volevano dare di se'. Figuriamoci le peggiori, penso'. La solita collezione di foto di piatti succulenti per il cenone. Gli auguri di rito. Cuoricini e vogliamoci bene. A volte pero' i rapporti virtuali possono essere piu'sinceri di quelli reali, penso'. Durante il cenone sei impegnato a elogiare i cuochi e a spazzolare i piatti come un reduce del Biafra collezionando colesterolo invece che denutrizione. Il cenone e' dispersivo. La comunicazione e'disturbata dal cibo consumato per gola. Come fosse droga. Poi prese il telecomando e fece zapping. Vide dieci minuti de Il barbiere di Rio, con Abbatantuono improbabilissimo barbiere romano che va ad innamorarsi in un  Brasile altretranto improbabile. Poi le notizie. 127 mila contagi e quasi 200 morti, per covid. Inseguiamo l'immunizzazione con i vaccini ormai da tre anni. La gente quasi ha voglia di arrendersi. Curioso, penso'. La gente con maggior voglia di socializzare era quella meno comunicativa.  Gia'. In che cosa si concretizzava questa voglia di socializzare. Questa voglia di liberta'? Perche soffrivano? Perche' non potevano andare al ristorante?  Il problema era il ristorante...non che ci fossero persone che non  potevano mangiare. Ma che andava a pensare? Le crisi mondiali si erano risolte davanti ad una bella fiorentina. La fissione atomica l'avevano decisa davanti a dei cannelloni ripieni. Giusto? Avrebbero detto che era il solito snob, se avessero letto i suoi pensieri. Il solito radicalchic. Il solito asociale odiatore di bagni di folla. Invece sarebbe stato bello che fosse tutto aperto.  Nuovi Freud avrebbero parlato del cunnilingus mentre mangiavano ricci di mare. Spense tutto e apri' un libro che aveva a tiro. Era l'autobiografia di Che Guevara  di Kalfon. Quasi mille pagine. Apri' la pagina dov'era arrivato. Poi penso' a quello che aveva letto sino a quel momento . Che Guevara per tutta la vita , riguardo al mangiare, era stato un fachiro. Aveva mangiato quanto poteva quando poteva. Per resistere meglio quando non avrebbe potuto mangiare. Aveva viaggiato in tutto il mondo e conosciuto migliaia di persone, in quel modo, molte delle quali gente comune. Ma alla fine  era un uomo solo. Solo con la sua asma. Solo con le due idee. Solo con con i suoi affetti. Eppure cosi amato, a distanza. Si. Si poteva anche non consumare nessun cenone, quell'ultimo dell'anno, perso' di se'. Si sarebbe nutrito degli affetti a distanza. Quegli affetti che costituiscono il vero nutrimento della vita e che  un maledetto virus li separava da lui, con il corpo. Rendendoglieli pero' piu'vividi in spirito.  

 


martedì 28 dicembre 2021

Dario dicembre 2021

 Seduto  in poltrona ascolto radiodeejay. Una certa Pina in compagnia di un gruppo di squinternati riceve telefonate che illustrano lo stato della nazione. Un'addetta di un'agenzia viaggi racconta di come deve reinventare viaggi per clienti  cui hanno soppresso voli. Molti raccontano di come passeranno l'ultimo dell'anno. Non vogliono rinunciare a quelle spanzate luculliane foriere di digestioni problematiche, spumanti sgasati e sfilacciati  dialoghi alcolici inframezzati da petardi clandestini di produzione parte cinese e parte(nopea). Il nastro delle notizie di Rainews a volume zero mostra notizie da cui si deduce che in tema di covid facciamo quello che ha gia'fatto Israele. Faremo quindi la quarta dose. Le scene di code in farmacia dopo il Natale passato a mascherina zero e colesterolo a mille nel perenne pepepepe brasiliano senza essere brasiliani, mi ritornano in mente . Si temono contagi. Se ti prendi una polmonite normale, non da covid cioe', e' il caso dell'anno. Dobbiamo convivere con male virale nonostante conviviamo da tempo col virus dell'ingordigia, e sembriamo soffrire piu' della prima cosa. Sul nastro delle notizie di Rainews i governi fanno a gara a non chiudere per avvantaggiare le proprie economie sulle altre. 5 giorni di quarantena dopo il contagio, chi dice 4, chi offre di meno. Tre etti e mezzo  di cotto di azioni Panasonic ( faccio per dire)salgono , che faccio, lascio? Ieri seduto su questa poltrona  chiuso in una casa che sorge da qualche parte  in un mondo dove la gente brama stare all'aperto solo per criticare i vestiti degli altri. Letto appena poco prima sulla biografia del Che( di Kaflon) che l'argentino si vestiva con quello che gli capitava a tiro, senza far caso ad abbinamento di colori o altro. Che Guevara si nasce e io nel mio piccolo lo sono stato ...riguardo al vestire. Ascolto su Geo il presidente del medici cattolici, appena tornato dall'Africa, mentre parla della scoperta della sua vocazione. Stava studiando medicina. Ed ha sentito di dover andare in chiesa, improvvisamente ed improrogabilmente. Parla del dolore visto in Africa. Migliaia di donne incinta morte per mancanza di assistenza. Lo credo che si ha bisogno di Dio...oltre che dei manuali di medicina. E ogni volta la stessa domanda mi frulla in testa...perche' e' successo a loro e non a me? Io non so pregare e non credo che Dio abbia del tempo per vegliare su di me. Ma non avro' mai niente contro la preghiera. Contro chi prega. Se cio' lo fa stare bene o fa  stare bene altre persone. Ricordo che una volta uno scrittore scozzese di cui non ricordo il nome disse che uno scrittore lo si riconosce dal cinismo che si possiede nello scrivere sempre e comunque in qualsiasi condizione emozionale , anche ad esempio, in bagno mentre un fratello muore nella stanza a fianco. Era un paradosso, sicuramente. E io lo capisco. Ora lo capisco. Prima, tempo fa, non lo capivo. Scrivere vuol dire testimoniare. E' il mio modo di pregare. 


mercoledì 15 dicembre 2021

Diario dicembre 2021

 

Diario dicembre 2021


Ho finito un libro su Bukowski. Presumo si intitolerà “Bukowski era uno di noi”. Non so se e quando e semmai vedrà le stampe. Sta lì, su un file, che naviga sul desktop del mio pc. Ho scelto dei pezzi di opere di Bukowski, poesie , stralci di romanzi, racconti e raccolte di lettere e li ho commentati. Poi, dopo aver scritto l'ultimo capitolo, ho letto un po' della biografia di Kalfon su Che Guevara. Il Che soffriva di asma sin da piccolo. E sin da bambino imparò a controllarne gli attacchi tremendi. Questa sua capacità di controllo, durata tutta la vita, potrebbe averne contrassegnato la grandezza. Nel bene e nel male è stato uno dei più importanti personaggi del secolo scorso. Persino i detrattori (io non sono certo tra questi) sono costretti ad ammetterlo. Poi sono passato alla biografia di Caravaggio (leggo contemporaneamente più libri) “M, l'enigma di Caravaggio” di Peter Robb. In un passaggio, l'autore, parlando della peste a Milano, racconta , in linea con una corposa documentazione, che il Cardinale Borromeo, uomo severissimo e controverso, durante l'epidemia di peste diresse personalmente i rituali di purificazione, le veglie e le preghiere, girando egli stesso a piedi nudi e con un crocifisso in spalla, per la città di Milano. Portava tutti i giorni conforto ai malati nel lazzaretto. Alla fine della pandemia, metà città perse la vita. Persino il segretario del Cardinale Borromeo. Ma lui sopravvisse. C'è da dire che l'autore è un laico e riporta queste notizie, parlando del milieu in cui visse Caravaggio, per spirito di verità. Spero accada che anche questa pandemia si estingua da sé. E da laico e scettico non ho niente contro i riti purificatori e le preghiere. Hanno un potere taumaturgico, secondo me. Si creda i non si creda. Poi , sdraiato a letto, visto che la coppa Italia su Italia Uno era noiosissima, sono passato alla lettura di “Basta un caffè per essere felici”. Lo avevo iniziato tempo fa e poi abbandonato. Ma ieri sera sono andato a fondo. Ne ho letto quasi metà. Ringrazio Gimmi, amico e collega di lavoro, per avermelo prestato. E' un libro meraviglioso. Scritto in modo semplice da Kawaguchi, un giovane regista giapponese, narra le vicende biografiche di alcuni amici che ruotano intorno ad un Caffè molto speciale. C'è, al suo interno, avvolto dall'atmosfera molto rituale, ovattata e zen tipica giapponese, un tavolo e una sedia, sedendosi al quale, puoi viaggiare nel passato. Due amici si incontrano ventidue anni dopo, alla vigilia delle nozze di una figlia adottata da uno dei due, a causa della morte dell'altro. Uno lo cerca nel passato, attraverso questo espediente e filma un discorso nuziale che svelerà alla ragazza che si sposa, chi è il suo vero padre. Non l'ho ancora finito ma lo consiglio vivamente. Abbiamo bisogno di tenerezza. Abbiamo bisogno di guardare con calma al passato. E di non essere troppo ossessionati dal futuro...dimenticando il presente. Buona giornata.


sabato 11 dicembre 2021

Diario Dicembre 2021

 Diario dicembre 2021


Molti scrittori hanno scritto diari. E' una forma di letteratura. Anais Nin ha scritto bellissimi diari in attesa di trovare la formula giusta per esprimere in letteratura la propria creatività. Ha finito per diventare quella del suo diario la sua più interessante forma espressiva in scrittura. Virginia Woolf, superbi i suoi diari.E non dimentichiamo il Diario di Anna Frank. Anche io , pur senza paragonarmi a simili giganti della letteratura, ho una specie di diario, estemporaneo e disordinato. E' la mia officina di scrittura.
Proprio oggi ho iniziato un nuovo racconto del Maresciallo Santoro, uno dei miei personaggi preferiti. Ho già scritto , durante il lockdown , un romanzo con Santoro protagonista e ambientato a Lisbona. E altri quattro racconti. Oggi ne ho iniziato un quinto. Non mi è dato di sapere se vedranno mai la luce come libri. Non ho più l'età per avere fretta. Al successo non penso. Penso alla scrittura come ad una forma di secondo me stesso. Scrivo dei film nella mente e li trasporto su carta. Scrivo al pc, prevalentemente. Invidio gli scrittori di penna e quelli da macchina da scrivere. Bukowski scriveva in stampatello a penna e poi sparava sui tasti della macchina da scrivere come se usasse una mitragliatrice. Negli ultimi anni passò al pc. Ma non gli piaceva. Era uno scrittore dell'era industriale. Sono convinto che il mezzo che usi per mettere i pensieri per iscritto influisca sulla forma della scrittura. La scrittura a penna è geniale, imprevedibile, imbizzarrita. Quella alla macchina da scrivere è come usare un mortaio in guerra o uno scalpello per scolpire. La scrittura al pc è algida , ma non come il gelato, che di per sé potrebbe palesare qualche allegra forma di diletto papillare.
Contento per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente egiziano in quel dell'università di Bologna, detenuto in Egitto per colpa di qualche post di critica all'operato del governo del suo paese. Sotto i colpi della pressione dei media, dei social e di politici influenti, è stato liberato. Potrebbe aver fruito della cattiva coscienza del governo egiziano sul caso Regeni. Le critiche sull'impegno per la liberazione di un egiziano che studiava in Italia da parte di molti politici, le trovo strumentali e meschine. Un giovane che ha delle idee e le ha espresse e che rischiava il carcere a vita , è ora libero. Per me è quello che conta.
E' venuta a mancare Lina Wertmuller. Altri hanno detto e diranno della sua straordinaria carriera. Penso sia stata una donna geniale. Una senza partito, una libera pensatrice. Una come Clint Eastwood, che a 90 anni fa ancora film e si beve un paio di birre se ne ha voglia. Ha espresso nei suoi film il suo punto di vista sul costume italico. E' stata una donna geniale. Ricorderò per sempre “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto”, film strepitoso. Con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, inarrivabili. Il mozzo siculo che si innamora della borghese industriale, nonostante il cinismo iniziale. E proprio quando le sue difese cadono che la realtà del vivere al sicuro della ricchezza prende il sopravvento. E i sentimenti di un momento vengono sepolti dal pragmatismo rivolto al futuro. Niente happy end. Come la vita. Bisogna ridere molto prima, perchè la vita è una salita e più si va avanti e più si sale. Cara Lina, quanta verità in quel film scimmiottato e male in un tentato remake di Madonna! Grazie.
Una mia collega di lavoro mi ha fermato, l'altro giorno e mi ha detto: sono molto piacevoli i tuoi diari. Io non ho molto tempo per leggere , ma ti leggo volentieri. La scrittura tiene compagnia.
La scrittura salva. Non è vero che non ha uno scopo. Potrebbe salvare anche solo chi la esercita e avrebbe uno scopo. Buon week end.


domenica 5 dicembre 2021

Diario dicembre 2021

 Diario dicembre 2021

Il Lecce ieri ha vinto. Per ora è primo in classifica. Del resto, Mourinho e company, poco mi importa. Una volta ho conosciuto un italiano che viveva in Svizzera, però del nord Italia. Mi disse che suo figlio teneva per il Lecce. Non c'erano origini o motivi particolari per tifare Lecce. Gli piaceva la squadra, i colori della maglia. Il tifo, quello bello è come il primo amore. Non si scorda mai. E suona sempre bene dirlo, questo il punto.

Sul comodino ho una biografia romanzata di Caravaggio. Un tipo sui generis. Vero artista. Attaccabrighe,  duellante, omicida e bisessuale, dipingeva per la chiesa mettendo ai santi facce da osteria. Un genio, nonostante tutto.

Il tempo atmosferico, da queste parti qui a Milano e dintorni, è nuvoloso, freddo e umido. Quando le cose devono andare secondo natura, be', è da segnalare. Dopotutto siamo a dicembre. 

Ieri sera tardi, in tv, ho scelto Supertennis. La Croazia ha battuto la Serbia nella semifinale di coppa Davis. Io tenevo per i serbi. Ho sempre tenuto per i serbi. Come quell'italiano in Svizzera teneva per il Lecce. Non c'è un vero motivo. Forse perchè non si sono mai veramente piegati a nessuno. Poi criminali, ma andiamo, da quelle parti lo sono stati tutti. Ricordo quand'ero ragazzo, seguivo il calcio alla Tv Jugoslava. Ho anche imparato un po' di serbo-croato. Direi che sono in grado di commentare una partita in serbo-croato. Oggi se mi ascoltassero  parlare in serbo-croato , nell'ex Jugoslavia, i croati capirebbero a metà e i serbi pure. Segno che un grande paese che non si era voluto piegare a Usa o Urss, dava fastidio ai potenti del pianeta.Smembrato ad arte. Ricordo la Stella Rossa di Belgrado, il team calcistico per cui tifavo, all'epoca. I campioni dei miei anni. Sestic, il Garrincha dei balcani. Una volta mentre il portiere stava per rinviare gli soffiò il pallone e fece gol. Bassino, tarchiato, driblomane all'ennesima potenza...il mio mito. Io quando giocavo al pallone non la passavo mai. Mi meraviglio di essere ancora integro fisicamente.. E' che mi sono ritirato presto. Poi c'era Dusan Savic, centravanti di sfondamento e gran colpitore di testa. Chissà che fine hanno fatto, lui e Milos Sestic. Ripeto, mi sono ritirato presto. Oppure , già all'epoca, ambivo a lavorare all'Ikea. E pensare che giallo e blu, i colori svedesi, sono gli stessi dell'unica squadra di calcio in cui abbia militato ( e con scarso successo): l'Ostuni sport. Quando dici che il tuo destino è scritto nei colori. Ultimamente ascolto radio Capital, specie di mattina, prima di andare al lavoro. Classici e notizie, cosa c'è di meglio? Quando passano le rubriche curate dai vari vip, metto su Radio Kiss Kiss. Del resto, come disse Jeff Gambardella ne “La grande bellezza”: “la più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”. Come dargli torto? Io ne ho 56, che è 65 scritto al contrario. E già sto così. Buona domenica.