sabato 28 maggio 2022

L'aziendalese

 Negli ultimi, circa, 20 o 30 anni, nel nostro paese, colonia economica e politica americana, anche nel linguaggio, siamo stati pervasi da un uso dell'inglese massiccio e diffuso. A tutti i livelli, nel giornalismo, ma soprattutto nelle aziende, mano mano che le innovazioni informatiche dei processi lavorativi, avanzavano, si è venuta a creare e ad entrare nell'uso comune, una lingua che, come detto, pesca molto dall'inglese , ma si è andata via via arricchendo ( il termine è improprio, credo) di termini informatici e italiano filtrato dai gerghi periferici. Il ritorno di Babele, penserete. Magari! La diversità di linguaggio e di lingue, persino attraverso l'uso dei dialetti, che in Italia assumevano la valenza di vere proprie lingue, con tutto il meraviglioso corredo di onomatopee e metafore ( basti pensare ai sonetti del Belli), sta per essere definitivamente seppellita da questo nuovo linguaggio che non è più italiano, non è neanche inglese, mai stato dialetto...ma bensì un'accozzaglia di termini che meno mano le generazioni succedutesi hanno cominciato ad usare per caratterizzarsi e differenziarsi da quelle che le hanno precedute. Almeno così credono. Il concetto di colonialismo aziendalese, non gli è ancora chiaro: in un'epoca in cui si sono abbandonati ai libri di storia contemporanea, gli afflati rivoluzionari che avevano contrassegnato epoche precedenti e che, lasciatevelo dire, sbagliati per quanto fossero, hanno comunque creato nuove direzioni nella storia. Oggigiorno le nuove generazioni sguazzano nel linguaggio unico del pensiero unico ( il capitalismo dei social che danno l'illusione di contare grazie alla bolla dei tuoi amici o contatti), tranne rare eccezioni, per cui si è autorizzati a dire che i giovani o sono troppo impegnati, troppi pochi, tanto da sembrare marziani, oppure nuotano nel conformismo più becero, i più, inseguendo chimere carrieristiche, per le quali, in attesa, si accontentano di aneliti corrieristici ( quelli degli autobus che li accompagnano ogni giorno a compiere lavoretti insulsi e sottopagati). Carriere corrieristiche che per i più si trasformano nel lavoro di una vita, che, se una volta, per noi, aveva qualche garanzia, oggi ha come unica certezza, la polverizzazione di contratti di lavoro a termine che finisce per creare intorno a questi poverini, una fitta nebbia di incertezza. E cosa si fa in attesa di diventare qualcuno che non si diventerà mai ( perchè quel qualcuno lo sono già, come individui e personalità, solo che non lo sanno)? Ci si adegua. Si naviga a vista e soprattutto, si parla lo stesso linguaggio schizofrenico, che ci rende uguali ai nerd di Chigago e a quelli di Calcutta ( senza la fantasia di ridere di Er Monnezza, Tomas Milian, che fa alla signora americana stravaccata sul divano che ha appena detto, "vengo da Chigago": "mò ce vado pure io!"). Sotto questo aspetto l'uso dell'inglese, che secondo me da noi non si usa come in Inghilterra o come negli Stati Uniti , ma rifondato e rifonduto in un nuovo linguaggio che, per comodità, definiremo, Anglitaliano o, se preferite, Italinglese, abbonda in modo inusitato nelle aziende, specie private ( benchè abbia ormai preso piede anche in quelle pubbliche, ma con molta calma, com'è costume di queste realtà lavorative dai ritmi sudamericani trapiantati al centro dell'Europa occidentale). Si leggono delle meravigliose mail fantasmagoriche, mandate dai dirigenti di queste aziende, che, tra l'altro, come funzione, si sono dati delle definizioni lunghe un chilometro che fanno impallidire qualsiasi supercazzola prezzoliniana e che probabilmente coprono il fatto che sono appena un gradino sopra i loro sottoposti gerarchici (sembrando invece, in tal modo, inarrivabili presidenti galattici di fantozziana memoria), che capiscono solo loro. Eccone un esempio: "Update, sul forecast di alcuni prodotti, la cui pipeline, ha risentito nel TRANSIT, di un trasport issue a causa di un bottle neck, dati che riceveranno ulteriori updates, asap". Sull'asap c'e' una standing ovation...ops! Ora miei cari amici che mi leggete, io che non sono della generazione di "Amici miei" e che le supecazzole del conte Mascetti le ho introiettate dai racconti di mio padre, che pure egli e la sua generazione , si divertivano a inventare con molti tipi di fantastici giochi di parole a scopo  ludico, mostrando creatività e ironia, ma che vengo dalla lettura dei sonetti del Belli, dall'Inferno di Dante e dal Decamerone del Boccaccio, testi,  specie questi ultimi due, fondanti della nostra bellissima lingua italiana rispettivamente in poesia e prosa, come credete che possa rapportarmi a generazioni che parlano e soprattutto scrivono in questo modo? Ovviamente ci saranno molti trentenni o giù di lì che mi offenderanno dicendo che le lingue mutano e che è giusto, facendo violentare la nostra lingua considerata, a livello mondiale, pensiamo alla musica, ad esempio, fra le più belle e romantiche, nata dal latino, ceppo che è all'origine dello spagnolo e del francese, parlare in inglese  (che poi neanche inglese, è) e che dire "Food" invece che "Cibo", introduce la sfumatura che Food è una cosa molto più elaborata ed elegante, di Cibo ( infatti, come dire blowjob invece che chinotto), via andando  fino a Zaia, presidente del Veneto, che dichiara coram populo: "bisogna fare il vaccino ai cargiver, si insomma, a quelli che portano in giro in macchina gli ammalati"...e certo, nella parola c'è "car"! Cari amici, cari lettori, questo pezzo è l'ennesimo tentativo di accendere una torcia sulla direzione grigia che stiamo prendendo, proprio come umanità. Un'umanità che anzichè esaltare le proprie virtù metropolitane e moderne, nate dal rispetto delle buone tradizioni passate, scade sempre più nel provincialismo del linguaggio e delle definizioni linguistiche omologate e omologanti. Anticamera del provincialismo antropologico e sociologico (sia detto  senza tema di supercazzole). Diciamo che è un pò come vedere qualcuno che entra in un museo con bermuda e ciabatte. Solo che non è il museo del surf. Magari definirlo così:" young accidentally enters a museum wearing shorts and slippers" anzichè "tizio con un vuoto a perdere di cervello", serve solo a dire, in realtà: tutto è consentito, nella terra dell'unico tipo di comunismo realizzato: quello del linguaggio! E del siamo tutti uguali; l'unica differenza la fanno i soldi. Non pensiate che la ricchezza dei sentimenti conti ancora qualcosa: "no way!"

mercoledì 25 maggio 2022

Lino Banfi ci ha rovinati....

 Lavoro da più di 25 anni in una multinazionale dell'arredamento, vicino a Milano e non passa giorno che qualche cliente, ascoltandomi parlare, una volta constatato che non sono milanese non mi chieda se per caso non sia romano. Ora, mettiamo da parte per un momento il fatto che la maggior parte delle persone del Milanese non conoscano , non dico i dialetti, ma quantomeno, gli accenti , cosa purtroppo vera ed evidente, ma possibile che a nessuno venga in mente che io possa essere pugliese solo perchè io non parlo come Lino Banfi? In Puglia ci sono almeno 4 tipi di accenti e innumerevoli dialetti, e io sono dell'Alto Salento, comunque il mio accento è venato di enfasi salentine, per cui mi è venuto in mente, vuoi vedere che la colpa è di Lino Banfi? Che con le migliaia di pellicole girate fra cinema e tv ha monopolizzato l'uso e la diffusione dell'accento barese fracassando a tutti gli zebedei con la costante affermazione, a prescindere dai personaggi interpretati, nei detti film, che lui è pugliese? Alla fine, poi, se uno non ha viaggiato per l'Italia, in lungo e in largo, visitando a fondo anche la Puglia ( che è lunga come il Cile), ma è andato a fare vacanze sempre e soltanto a Sharm El Sheik, per poi tornandosene a casetta sua, tra Milano e dintorni, raccontando le mirabilie esotiche dei barracuda a pelo d'acqua in quel dell'Egitto, come potrebbe non identificare la Puglia con Lino Banfi? Dopo il profluvio di film e apparizioni televisive in cui l'attore di Canosa   , che è in provincia di Bari e dove si parla quel suo dialetto con accento per lo più barese, non faceva altro che dire: " sono pugliese"...e giù a parlare della Puglia. Ma se Lino Banfi non tifa più neanche per il Bari, ma tiene per la Roma...come accade alla maggior parte dei migranti che, non tanto per disprezzo, ma per integrazione, fanno abitualmente, finendo per tifare Milan, Inter e Juventus, a seconda del territorio in cui si sono poi trovati a spendersi come forza lavoro! Bari è stata sempre la Milano del sud, per il suo essere commerciale ( commerciante) e mercantile, per contro ad una Lecce, aristocratica, oziosa e colpevolmente lasciata bastante a se stessa. Ma se già andiamo a Taranto o a Foggia, rispettivamente, operaia Taranto ( che campa sull'Ilva) e agricola, Foggia, piena di neri che raccolgono pomodori sul tavoliere ( e gli zigomi slavi dove li mettiamo?), ci troviamo di fronte ad altri accenti, altri dialetti e altre culture...dove per culture è da intendersi, modo di stare al mondo. Per non parlare della provincia di Lecce, una delle province con il maggior numero di comuni (più di cento), che già è culturalmente diversa, rispetto alla "comoda"e vitalizia avita, Lecce, perchè campa con le rimesse degli emigrati salentini in Svizzera e Germania, più proletaria, genuina, senza la puzza sotto il naso del suo capoluogo di provincia...e anche Brindisi, Alto Salento, ha ancora un'altra cultura, un altro modo di intendere la vita. La Puglia è un mosaico di accenti, dialetti e culture diverse. Un tedesco, Gerhard Rohlfs , glottologo, negli anni '60, scrisse il "Vocabolario dei Dialetti Salentini", un opera enorme e difficile, in 3 volumi ( a proposito, come mai un tedesco scrive un'opera sui dialetti di un luogo in cui a nessuno del medesimo luogo viene la stessa idea?), dimostrando che in ciascun comune del Salento, erano in uso termini  dialettali di derivazione araba, spagnola e portoghese ( nel barese l'accento è più francesizzato, da quelle parti hanno avuto gli angioini, ma non mi risultano opere dello stesso tenore, al riguardo). La storia generale è fatta di storie particolari. Anche a dieci chilometri di distanza, fatti specifici accaduti, hanno conferito antropologie diverse  e caratteri generali e psicologici di quei luoghi, diversi. Quindi , per favore, quando sentite parlare uno come me, non lo confinate, con il classico generalissimo epiteto di "Romano", perchè non capite da dove venga e volete affermare, "comunque, se è da Roma in giù, è Romano!" continuando a sentirvi parte della  settima potenza industrializzata del mondo, mentre in Spagna tutti hanno ben chiara la distinzione tra Catalani e Castigliani. Perchè è uno dei motivi per cui non ci stiamo accorgendo, che loro, gli spagnoli, hanno messo la freccia e ci stanno sorpassando alla grande. In Europa e nel mondo. Ed è tutta colpa di Lino Banfi? Forse è colpa anche degli altri pugliesi, che si cullano nel loro campanilismo tutto ulivi, friselle al pomodoro, cacio ricotta e mare polinesiamo, fregandosene di tutto il resto. Basti pensare al fatto, che il personaggio salentino, più noto, è Giuliano Sangiorgi, il cantante dei Negramaro...nell'imitazione di Checco Zalone, però...un altro barese, tanto per non cambiare! O forse è tutta colpa degli italiani, in generale, che non sanno guardare ciò che c'è di bello ad un palmo del loro naso per viaggiare all'estero e strafogarsi di spaghetti d'oltralpe.

giovedì 19 maggio 2022

17 maggio, giornata mondiale contro la omotransfobia

 Il 17 maggio rientravo al lavoro da un viaggio di qualche giorno. Nella mensa del'Ikea di Corsico, dove lavoro, ho notato che stavano allestendo una sorta di set per qualche evento. E avevano posato su un bancone da cucina ligneo ben lungo, una enorme torta della Bindi. C'erano tre sedie e un microfono. Sullo sfondo, ancorato alla parete un arazzo multicolore che ricordava la giornata mondiale contro la omotransfobia. Una ragazza dell' ufficio del personale ha presentato due persone: Angela, assessore all'Istruzione del Comune di Corsico (ex lavoratrice dell'Ikea di Corsico per circa 12 anni, in passato) e Chiara, una collega transgender. Hanno parlato un pò. Angela ha ricordato tutte le iniziative sul tema dell'inclusione nel campo della diversità e di deterrenza verso il bullismo. Ha raccontato la sua esperienza come assessore del comune. Di come si è recata nelle scuole per parlare di questo tema dell'inclusione delle persone che hanno tendenze sessuali difformi da quelle comunemente in voga (mentre lo scrivo mi viene da ridere. Possiamo considerare tendenza comune in voga la pratica degli uomini sposati di andare a prostitute?). Però ho scritto così per sintetizzare e forse semplificare un tema che semplice non lo è affatto. Dal momento che Angela ci racconta che quando è andata nelle scuole di Corsico per sensibilizzare i dirigenti e gli insegnanti sul tema dell'inclusione diversamente sessuale e del bullismo (giustamente strettamente connessi) ha incontrato molte resistenze. E siamo nel 2022. Mi viene in mente una frase del grande De Crescenzo, al riguardo, che sintetizzava in modo geniale e ironico l'assurdità di un'altra tipica piaga della nostra società, del razzismo interno nord versus sud italia, meglio definito come discriminazione territoriale . Un tema molto caldo alcuni anni fa, che sussiste sotto traccia. Anche se di recente c'è stata una tregua interregionale all'insegna del razzismo verso gli stranieri. E la frase era, rivolta ai leghisti della prima ora: quando voi costruivate le capanne, noi eravamo già froci. Una frase che spiega meglio di qualunque pallosa conferenza interminabile, come la tolleranza, non intesa come sopportazione, ma come capacità di convivere con la ricchezza dell'essere unici come individui, persino nel campo sessuale, sia il tratto distintivo di una civiltà che ha l'ambizione di sentirsi evoluta. E poi ha parlato Chiara. Chiara anni prima era Andrea. Lavorava ( e lavora ancora) in logistica. Quando ha scoperto la sua diversità e l'esigenza che aveva di vestirsi in abiti femminili, all'inizio lo ha fatto di nascosto. Poi ha preso coraggio ed ha cominciato a farlo in pubblico, attraversando una serie infinita di umiliazioni e avversità, che sono passate anche dalla completa assenza di relazioni umane con suo padre. Per due anni non si sono parlati. Davanti a Chiara, mentre raccontava la sua storia, con la voce femminile assottigliata da un recente intervento alle corde vocali, bionda, seno appena accentuato dalle cure ormonali, c'erano un centinaio di colleghi. Che coraggio mi sono detto, all'inizio. Macchè, ho pensato dopo. Deve aver sofferto così tanto che raccontare la sua storia davanti a cento colleghi di lavoro, non le fa più effetto. Ma effetto lo ha fatto su di me. E su tanti altri. Nella società del machismo come forma politica del potere prevaricatore in ogni ambito, il suo racconto sereno, pacato, è stato uno schiaffo morale devastante. Sì, è vero, nella sofferenza è stata anche fortunata, perchè nel lavoro non ha subito discriminazioni. Ed ha incontrato dirigenti che l'hanno compresa e l'hanno protetta. E colleghi che non l'hanno mai discriminata o avversata. Aggiungo anche che ho visto la concezione, riguardo a questa questione, tra i miei colleghi, in questi ultimi anni, cambiare in meglio. Se conosci qualcosa da vicino e ci convivi, alla fine "quella cosa" diventa normale. Perfettamente assimilabile e sensata in un sistema che riguardo alle diversità, sensato non lo è mai stato. Quanto agli irriducibili, a coloro che tollerano nel senso di sopportare, che lasciano fare, tanto poi continueranno a pensarla così e a farsi battutine fra loro, che pure in azienda e nella società ci sono...be', se non arrivo a dire che odiano negli altri il sospetto di ciò che possa in qualche modo far parte della propria natura, poco ci manca...

martedì 17 maggio 2022

Questioni di politica

 

Questioni di politica


Riguardo a questa guerra, tra Russia e Ucraina si è detto un po' di tutto. Le posizioni al riguardo, sono politicamente e sociologicamente molto trasversali. Una parte della sinistra, il Pd, per esempio, ha preso una posizione netta a favore dell'Ucraina e contro la Russia. Più contro la Russia. Anche la sinistra estrema, quella più intellettuale, per sempio gli intellettuali della rivista Micromega e il giornale Il Manifesto (anche se quest'ultimo con qualche distinguo), si sono schierati nettamente contro la Russia, al grido, l'Ucraina è uno stato sovrano che si sta difendendo da un'invasione ed ha il diritto di difendersi. Per cui noi europei dobbiamo mandare armi perchè si difenda. Il ragionamento, svolto così, non fa una grinza. Perchè quello che è evidente a tutti è proprio questo. L'Ucraina è uno stato sovrano e la Russia lo ha invaso, accampando scuse riguardanti minoranze etniche perseguitate in territorio ucraino. Anche molti di destra, specie del partito della Meloni, hanno assunto questa posizione. Io, in questi casi, un'idea , al riguardo, ce l'ho. Non si muove foglia, politicamente, in Italia, che non lo vogliano gli Stati Uniti. Per cui, FdI, la Meloni, attualmente primo partito nei sondagggi, sa che se vuole governare deve in qualche modo dichiarare le proprie simpatie per l'alleato americano. Stessa cosa per il Pd, per versi diversi, però. Il Pd, ha fatto come il Pci nel periodo degli anni '70, in cui imperversava il terrorismo di sinistra, nel nostro paese. Il Partito Comunista Italiano, fu il più strenuo oppositore dei terroristi e delle loro idee. Questo perchè non si poteva correre il rischio che la gente ricadesse nella doppia equazione semplicificatrice: Brigate Rosse uguale Comunismo e a sua volta uguale Pci. Per il Pd vale la stessa cosa. La Russia, nell'immaginario collettivo, ricorda il comunismo sovietico e quindi non si può correre il rischio di una nuova equazione, che, in termini elettorali, preannuncerebbe disastri. Abbiamo parlato di semplificazione, perchè la gente, le persone, non hanno né il tempo né la voglia di approfondire le vicende che stanno dietro alla guerra, come non avevano tempo e voglia di approfondire le vicende che stavano dietro al terrorismo. Fa comodo riferirsi ai telegiornali ( in questo senso la Tv, in Italia, la fa ancora da padrona, riguardo all'informazione, in un paese per vecchi e di vecchi che non sanno come usare la rete), se devi portare a scuola tuo figlio, andare a prenderlo, poi portarlo in piscina e nel frattempo, nel mezzo, hai lavorato...pensate che la gente media abbia il tempo di approfondire? Ed è per questo che in Tv passano le trasmissioni di approfondimento. Così gli opinionisti sintetizzano per il pubblico, che può, in questo modo, senza aver fatto la fatica di documentarsi da se', farsi un'idea e schierarsi. Scusate, ho dimenticato che esiste anche il concetto di farsi un'idea e non schierarsi con nessuno. Ma è molto difficile a verificarsi e riguarda in genere quelli che qualcosa da se' l'hanno letta. Molto pochi, quindi. Poi c'è una parte della destra che si schiera con Putin perchè ne ammira il nazionalismo ed è nostalgica riguardo ad un possibile ritorno di fiamma ad un nostro nazionalismo. E sotto questo profilo, anche questa parte della destra non ama gli americani. Poi ci sono i pacifisti. Dietro una parte dei pacifisti ( posto che il Papa guida invece i pacifisti autentici) si nascondono anche alcuni che hanno nostalgia per l'Unione Sovietica e che in fondo, sommessamente, fanno il tifo per la Russia a favore della  denazificazione dell'Ucraina ( uno degli obbiettivi della cosiddetta operazione speciale, come la chiama eufemisticamente, Putin) e però non hanno il coraggio di ammetterlo, perchè politicamente scorretto in questo momento in cui il nostro governo si è schierato nettamente con l'Ucraina, orchestrando una pesante propaganda televisiva che ha fatto breccia tra i più Mai visto un uso delle immagini , a senso unico, che mostra gli eccidi dei russi e tace quelli degli ucraini ( che pure ci sono, e vorrei vedere)...Però non si capisce se, come viene sbandierato dalla propaganda dei nostri media, se l'Ucraina sta vincendo la guerra, non si sta macchiando di crimini di guerra. Cosa spara con proiettili al sonnifero e suona le ninnananne ai soldati russi? Non intervengo nel merito perchè ci sono esperti in materia di storia e geopolitica, che sono molto più preparati di me, però se , come intuisco, si tratta di un 'aggressione, non tener conto del fatto che, per motivi vari, questa aggressione è stata provocata ad arte ( da chi, se non dai nostri amici Mickey Mouse) verso un paese che si è visto in pochi anni circondare da basi Nato e da Missili Nucleari, potrebbe porre fine a qualsiasi discussione. Dopodichè, ognuno per la propria strada: solo che quella di chi cerca di capire se Putin è pazzo o sia stato spinto ad agire come sta agendo, non è da confinare nell'alveo estremistico di sinistra o di destra estrema in cui lo si vuol spingere. A meno che interrogarsi sulla complessità della vicenda rivisitando i precedenti storici e politici non si pretenda che non sia altro che un alto esercizio di sofismo per dar ragione a Putin. In questo caso permettetemi di dubitare della buona fede di chi ha abbracciato tout court la causa Ucraina. Ma vediamo, che è poi quello che mi interessa di più, chi sono , in modo molto marcato, la maggior parte di quelli che-pur avendo strumenti e cognizione per farsi un'idea compiuta-senza se e senza ma, urlano che bisogna far presto a mandare armi agli Ucraini. Per vincere contro Putin, non vedo altro motivo. Ma ci sta, intendiamoci e potrei anche rispettare questo punto di vista, ma non mi spingerò sino al punto in cui, per odio nei confronti di Putin, che certamente non è comunista, o perlomeno non lo è certamente più, ci si metta a riabilitare i battaglioni ucraini di neonazisti che hanno compiuto una guerra sporca, non solo contro i ribelli russi  (quand'anche finanziati da Putin, ammettiamolo pure), ma anche massacrando civili russi, nominandoli eroi della battaglia contro il dittatore sovietoide. Deve essere chiaro che io in Europa il battaglione Azov non ce lo voglio. Dov'ero rimasto? Ah, sì, gli intellettuali di sinistra che si ammazzano di ragionamenti scartabellando i loro neuroni molto più ipertrofici dei nostri, per dire che è giusto mandare armi agli Ucraini. Non solo perchè si difendano ma perchè battano il mostro sovietoide. In altre parole, cancellare la Russia persino sul piano culturale. Cos'è , ad un certo punto vi siete guardati indietro e vi siete vergognati dei cortei in cui gridavate El Pueblo Unido Jamas Sera Vencido? Anch'io certe cose non le rifarei, ma per raggiunti limiti di età...Ma il normale cinismo che subentra nella vita quando invecchi e ti accorgi che gli anni passano e tutti gli altri intellettuali peggiori di te, occupano posti importanti di rilievo perchè non si sono mai esposti o lo hanno fatto con furbizia, può essere un motivo sufficiente per diventare agit prop della Nato? Intendiamoci, rispetto chi, sbagliando, ma lo rispetto, sceglie di stare con la Nato perchè sente che le sue libertà sono più a sicuro e i suoi trigliceridi, se si vuol abbuffare di panini del Mac Donald presi con Deliveroo, meglio coccolati, piuttosto che nutrirsi di vodka e caviale purchè non si critichino i dirigenti del proprio governo (parlo della Russia). Ma attenzione a non cadere nel ridicolo quando ci si vuol schierare per motivi personali foderandoli di filosofia. Che Kirill abbia espresso i suoi deliri contro l'occidente gay e corrotto, non vuol dire che un paese dove si sta per rivietare l'aborto e dove in molti stati l'omosessualità è ancora un reato, sia necessariamente la culla della democrazia più assoluta (parlo degli Usa, ovviamente). Troppa democrazia, in certi casi, significa che ognuno si fa le leggi per se stesso in barba e in spregio agli altri. Un modo di pensare e una cultura diverse alla fine generano più equilibrio e una vera dialettica. Cancellare tout court una culura come quella russa che ha prodotto Dostoevskij e generato le Pussy Riot, significa volersi tenere Putin per sempre. E restare in guerra per sempre. Per gli americani, poi, significherebbe restare in guerra fino all'ultimo europeo. Mi obbietterete, ma se non armiamo l'Ucraina i russi otterranno facilmente quello che vogliono. La mia risposta è: perchè non ci andate voi, in guerra, se ci tenete tanto. Siete tutti diventati ministri della difesa? Generali? Aderenti a commandos d'assalto? E poi come fate a sapere che cosa vogliono realmente i russi? Pensate che la Federazione Russa non avesse il potenziale per bombardare a tappeto l'Ucraina, se ne avesse desiderato il suo totale annientamento? Ecco, queste ed altre cosette, che non mi sono chiare, mi spingono a schierarmi con il partito della trattativa. Sempre per evitare meno morti, non vorrei mai che possiate passare un telegiornare sgranocchiando costolette e costernazione. Già...com'erano monotoni quei telegiornali senza immagini di morti della guerra in Iraq. Proprio noiosi.