venerdì 18 marzo 2022

Elogio di un certo tipo di ignoranza.

 Elogio di un certo tipo di ignoranza.

Dunque, ci mi conosce e chi mi segue sa che non seguo talk show politici o trasmissioni simili. Trasmissioni cosiddette di approfondimento. Io leggo libri. C'è chi pensa che in questo modo si è fuori dal mondo. Può darsi, ma il mio mondo e quello di molti come me, consiste nell'alzarsi la mattina, andare a lavorare, fare la spesa...sono uno del popolo. Sono del popolo. Non è che il popolo mi stia particolarmente simpatico e immagino che la cosa sia reciproca, ma diciamo che le cose che faccio e dico per esprimermi ma le finanzio da me. Per cui, giuste o sbagliate che siano, si suppone che io non abbia interessi economici, al riguardo. Non posso dire la stessa cosa per la maggior parte dei nostri giornalisti radiotelevisivi o della carta stampata, i quali, "poverini", devono dire e scrivere quello che gli conviene, quello che fa comodo a chi li paga. Tranne rare eccezioni, che pure ci sono. Ebbene, sappiate che io non vi guardo e non vi leggo. Vi vedo sollevare le spalle in segno di noncuranza. Be', io sono il popolo e non vi guardiamo. Sappiatelo. Io se mi posso bere una birra e mangiare una pizza in compagnia parlando di calcio, figa, e qualche volta, di filosofia, con gli amici avrò fatto per me e per gli altri qualcosa di molto più utile dello starvi a sentire. Avrò esercitato il mio diritto di non ascoltarvi e di non leggervi e di sentirmi, per questo, ignorante esattamente come prima. Anche perchè se vi ascoltassi non vi capirei. O forse vi capirei troppo bene. Avete famiglia, mutui da pagare, siete ospiti in trasmissioni scintillanti-tranne quando va via la luce e restano i vostri cervelli a brillare ( ma non erano le mine, che brillavano?). Andate in vacanza a Portofino, cose così. Perchè dovreste dire e scrivere cose che siano utili al popolo? Voi siete l'elite, siete l'intellighenzia, sapete parlare e scrivere...Ma il vostro tempo sta per scadere. L'ignoranza vi travolgerà. Con la sua semplicità. Perchè, come diceva un mio amico, quando ascolti qualcuno parlare, chiediti sempre, chi lo paga? Esiste una parola per spiegare questo atteggiamento, demagogia. Ma almeno è sincera! Non pretende niente. Voi pretendete di parlare , scrivere ed essere ascoltati e letti, mentre esprimete notizie e questioni nelle quali nemmeno credete o pensate. E per questo siete diventati star televisive. Io resterò in pizzeria a parlare di calcio, figa e, qualche volta, di filosofia, con gli amici. Sarà tutto tempo guadagnato alla vita rispetto a quello perso ad ascoltare le vostre idiozie vestite di giarrettiere di pizzo che fanno tanto eccitare i vostri editori. Come parlare del sangue del popolo. Di cui non vi importa nulla. Nemmeno che vi dica in faccia, io compro il giornale e sono il vostro datore di lavoro. A quel punto vi inalberate e invocate la libertà di pensiero. Del vostro pensiero, si capisce. Scrollate le spalle e parlate di invidia. Non c'è problema, l'ignoranza vi seppellirà. E sarete stati voi a invocarla, col vostro essere acritici. Venite in pizzeria a parlare di calcio, figa e , qualche volta, non sempre, di filosofia, dopo una dura giornata di lavoro, se ne siete capaci. Vi divertirete molto di più che impiegare il vostro tempo a curare il reflusso gastrico, sorto per non essere mai riusciti a dire, veramente, quello che pensate. E nel caso vi foste riusciti e avesse coinciso con il pensiero del vostro editore, sarebbe solo perchè vorreste, un giorno, prendere il suo posto. Per non incontrare mai il popolo, in pizzeria. 

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