giovedì 19 novembre 2015

I Vecchi

Dunque ho da poco compiuto 50 anni. Mezzo secolo fa si era considerati gia' vecchi, si andava in pensione, i nipoti , se ne avevi, ti regalavano le pantofole con il pellicciotto all'interno per tenere i piedi caldi, a colazione latte caldo con pane raffermo, in casa si teneva il plaid scozzese tutto il tempo, anche d'estate. Nell'immaginario collettivo della tradizione italiana occidentale te ne dovevi stare rinchiuso in casa in attesa della tomba , seppellito prima del tempo. Se invece eri un vecchio ricco e potente e rivestivi cariche pubbliche eri rispettato dagli altri vecchi come te che ancora non morivano e che facevano di tutto per tenerti in sella, perche' se restavi in sella tu , avevano speranza anche loro, i vecchi poveri con il plaid, illudendosi che gia' possedendo un plaid non si era poveri e forse non ancora pronti per essere interrati. Anche oggi mi guardo intorno e vedo un mondo di vecchi a cinquant'anni. Si lasciano andare peggio delle donne del sud Italia anni '50, che quando avevano avuto un paio di figli si sformavano come plastilina nelle mani di bambini spastici. Si vestono in giacca e cravatta perche' questo da' loro la stessa onorevolezza che davano certi piumaggi agli stregoni indiani, la venerabilita' piccolo borghese dell'averci due lire in croce per vestirsi meglio dei braccianti che fumavano nazionali senza filtro con le scarpe sporche di terra. Ma comunque si lasciano andare, fuori dalle cose della vita di figli e nipoti, giacca e cravatta e scarpe e cuoio pregiato o meno. Messi da parte. Messi da parte da mogli che si illudono si battere la meno pausa con chirurgia estetica e cure ormonali. Messe da parte, le donne, da anziani di 50 anni che si ammazzano in ore di palestra e viagra per cercare di stare dietro a giovani pulzelle sudamericane a caccia di profitti a buon mercato. 
Ecco anche io adesso c'ho cinquant'anni. Ma sono affetto da una turba psichica molto forte, non riesco a vedere nello specchio il trascorrere del tempo, soffro della sindrome di Peter Pan, vivo piu' o meno come quando avevo 26 anni. E anche la vitalita' sessuale non e' cambiata. Magari la conoscenza del mio motore corporeo dandomi il senso del limite mi computerizza gli sforzi in vista della battaglie del letto. Ma nel nostro paese avviatosi ormai verso il capitalismo selvaggio, resto lo stesso un segmento di mercato non interessante, da mettere ai margini. Per cui stilisti, star system, meanstream, organismi multinazionali a capo dei quali ci sono vecchi che non si arrendono all'evidenza che nonostante le cure mediche e gli ultimi ritrovati moriranno inopinatamente e che forse al termine di una vita di un congruo numero di anni, morire, rappresenta una possibilita' auspicabile, un viatico necessario al ricambio biologico del pianeta, rappresentano il paradosso della nostra epoca. Vecchi bacucchi miliardari che sviluppano tecnologie per rendere schiavi i giovani e prosciugare le finanze di altri vecchi, responsabili di quei giovani usufruttori di smartphone o iphone, che sono i genitori di questi giovani disoccupati o sottoccupati. Per cui e' una guerra fra vecchi. I giovani kamikaze arabi o hackers occidentali sono le pedine sulla scacchiera di questi grandi vecchi bavosi che non sanno invecchiare. Che hanno paura di invecchiare, di restare ai margini. Messi al lato dalla cultura che si sono impegnati a diffondere che si basa sul disprezzo di tutto cio' che e' vecchio, ideologie, corpi non allenati o macrobioticamente nutriti, abitudini alla lettura cartacea, scopare col cazzo semimoscio da vecchio con la soddisfazione dell'amore vero. Di palo in frasca, a me, quando una ragazza mi da' del lei, mi girano vorticosamente gli zebedei. Perche' lei mi vede vecchio, perche' le hanno insegnato a tenere a distanza i vecchi e che persino il sesso con uno di loro e' un tabu' peggiore dell'omosessualita' o della pedofilia. A meno che il vecchio non abbia i soldi. Allora e' giustificabile con il cacciar dote, che, in un paese in cui le famiglie sognavano che una propria figlia approdasse in camera da letto con il Sultanone nazionale, oltre che giustificabile e' divenuto auspicabile. Entrato nello Zingarelli del immoralismo sdoganato.
E gia', c'ho cinquant'anni. Ma continuo a vivere la mia vita come quando ne avevo 26. Odio la giacca e la cravatta, odio Eugenio Scalfari che usa giacca e cravatta per deprecare tv spazzatura e giovani smartphonisti...Io uso lo smartphone, uso internet, faccio lo sport che riesco a fare e il sesso che riesco a fare, non faccio gare con guru e santoni che a 95 anni hanno tre orgasmi al giorno facendo yoga, qualche volta mi piacerebbe pomiciare con una ventenne senza essere bandito dalla societa', leggo anche libri cartacei, guardo le albe e i tramonti nel loro nascere senza posare il capo non per paura di non svegliarmi piu'. Ma di restare in vita in mezzo a questi vecchi idioti padroni della mia vita.

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