sabato 7 novembre 2015

Chi me ne vuole per questo e' un boia!

Sono quasi vent'anni che lavoro per un'azienda di arredamenti che chiamero' convenzionalmente Apnea, come ho sempre chiamato nei miei libri. Per vent'anni e' stata un'azienda modello nel commercio, con contratti discreti, attenzione ai dipendenti , oltre che ai clienti, sempre sulla cresta dell'onda, sempre il fatturato col vento in poppa. Io ho fatto il delegato sindacale per sette anni, piu' di dieci anni fa. Le questioni da discutere erano sempre le stesse. Costante e continuo svuotamento di diritti e salario mano mano che il fatturato diminuiva , sia pure di poco, in cambio di nuove aperture in territori vergini che promettevano-e qui le sirene per i sindacati erano irresistibili-nuovi posti di lavoro. Che poi in definitiva essendo un'azienda leader nel lavoro part-time si sarebbe trattato di lavorare all'intensita' di otto ore per quattro ore o sei ad una paga sempre piu' ridotta e con nessuno o risicato compenso per lavorare domenica e festivi. Della serie uno lavora per vent'anni per un'azienda che afferma che fra i suoi valori c'e' la tutela dei propri dipendenti e poi scopre che dal suo stipendio si tirano fuori i soldi per nuovi negozi per nuovi precari ...ma tant'e', dicono non apertamente i sindacati e i partiti di sinistra in primis, mezzo lavoro e' meglio di nessun lavoro , e non fate gli egoisti...a chi guadagna meno di millecinquecento euro al mese, questo deve essere chiaro. Che, tolto affitto, assicurazione e bollo auto[ che a Milano e' un bene primario], bollette varie, al netto di pizza e birra il sabato sera, fa che alla fine del mese sei a meno nel conto. E adesso la crisi economica autorizza spending review sui nostri stipendi, per "aggredire nuovi territori" e prevenire la concorrenza. Che praticamente l'Apnea non ne ha. Category killer, la chiamano, infatti, la nostra multinazionale,perche' dove arriva lei i falegnami vanno a fare i boscaioli . E in assenza di boschi , si fanno le seghe. Ma questo e' il capitalismo, le aziende private non sono istituti di beneficenza, e va beh, va tutto bene 'sto discorso qua. Il problema e' che alla fine chi dirige il carrozzone resta sempre in sella, vuoi per conoscenze, vuoi per familismo amorale, vuoi perche' ottimo esecutore delle politiche aziendali-pure quelle disastrose che hanno generato perdite e messo a rischio posti di lavoro, sia chiaro-. Io per quanto mi riguardo posi termine al mio impegno sindacale per veri motivi e non so neanche se riusciro' a spiegarli compiutamente. Oltre al logorio dell'essere sempre minacciato dai dirigenti, retrocesso al lavoro, mal visto dai miei colleghi delegati sindacali perche' non tralasciavo il lavoro, la cosa che piu' mi ha atterrato e convinto a tirare i remi in barca e' la totale e solenne incoerenza dei colleghi di lavoro dei quali dovevo perorar cause. Dopo aver perso soldi per scioperi, rimessoci ferie e permessi per difendere parecchi colleghi, il piu' delle volte , opportunisticamente, questi si mettevano d'accordo con la direzione aziendale , dopo avermi usato da apripista, che dico, ariete, facendomi fare una miriade di volte la figura del pagliaccio nel volermi battere duramente per la loro causa che loro si erano, nel frattempo, "aggiustati" per conto proprio. Alle centunesima volta di questa manfrina ho detto basta. Ed esprimo tutta la mia piu' profonda solidarieta' ai delegati sindacali di ogni dove e di ogni epoca, perche', di altrove non mi giunge notizia , ma fare il rappresentante dei lavoratori in Italia da' lo stesso agio che dormire su un letto di spine e il benefit maggiore che puoi ottenere e' prenderti una bella ulcera. Questo se ci credi veramente. Se invece vuoi scalare la vetta e diventare funzionario, beh, accomodatevi, io preferisco fare il becchino, e' piu' onesto. E si perche' quando come funzionari si firmano condizioni di lavoro piu' disagiate per lavoratori di una stressa azienda sia pure impiegati in altri territori del paese , non si capisce che questo dara' luogo ad una corsa al ribasso che sotto le insegne beffarde del termine"equita", fara' passare lavoratori come me che lavorando in Lombardia e da piu' anni, hanno condizioni salariali migliori[di cui vi ho detto le proporzioni] come egoisti nei confronti di questi altri lavoratori. Ma il discorso sta diventando tecnico e in un romanzo, anche se un romanzo verita', o romanzo realta', chiamiamolo, qualche tecnicismo ci sta, disseminato di quando in quando in mezzo a bella prosa descrittiva  e comica. Serve a trasformare il comico in sarcastico...come sta accadendo negli ultimi tempi. Dopo mesi e mesi di agitazioni e scioperi che , personalmente, mi hanno atterrato economicamente, e in un paese dove si e' ridotti a pregare che non ti si rompa il cesso o un dente senno' son dolori e privati da contattare, e che hanno accompagnato una specie di trattativa fra azienda e sindacati, si e' in definitiva arrivati ad un ultimatum, un'accordo, che , al bando i tecnicismi e a farla breve, dimezza le pretese di diminuzioni salariali , rendendoci da un lato orgogliosi perche' abbiamo lottato e resistito e dall'altro sconfitti e a testa bassa, ma , in definitiva, offre uno spiraglio per continuare ad andare avanti. Forse non piu' come prima. In altre parole hanno fatto come l'Europa con la Grecia, dovendo succhiare dei soldi a qualcuno per risanare i bilanci, li hanno tolti a noi lavoratori, come i greci per stare in europa hanno dovuto toglierli a pensionati e dipendenti, perche' togliendo un po' alla massa si fa prima che a togliere ai dirigenti. Ma guardandomi in giro, restiamo ancora in sella come azienda che fattura tanto e conserviamo alcuni importanti diritti anche sulle maggiorazioni, che altrove non hanno. Persino alla Coop, se lavori di domenica la maggiorazione e' del 30% . Mentre a noi offrono il 60%. Per dirne una. Se mi guardo intorno vedo un mucchio di colleghi, i piu' esposti, me compreso, nel fare scioperi, che non riesce ad arrivare alla fine del mese. In un paese che non ha un clima da anni settanta dove la solidarieta' di classe la faceva da padrona e che quando si scioperava riusciva a sostenere la lotta con sottoscrizioni fra la gente. Oggi se chiedi una cosa del genere ti sputano in un occhio, se ti va bene. E quindi ob torto collo, io mi arrenderei a questo stato di cose, al quale, per la verita' si e' arrivati con coerenza step by step dopo una serie di scioperi e manifestazioni che hanno portato l'azienda a trattare e a rivedere le proprie pretese. Ma un nucleo corposo di irriducibili duri e puri non vogliono sottoscrivere un accordo cosi a perdere. E se accadesse questo bisognerebbe andare avanti a scioperare. A perdere soldi. Ed e' qui, signori cari, che come uomo di sinistra, al colmo di una crisi quasi esistenziale, mi sento di prendere una posizione che non t'aspetti, al fine di contemperare il livello ideale delle mie determinazioni con l'equilibrio della mia coscienza:ho scoperto, entrando nello specifico, che la maggior parte dei" muoia Sansone con tutti i filistei" e' composto da molti part-time che temono di perdere il diritto di fare i propri comodi orari da mamme che accudivano figli piccoli vent'anni fa che ora fanno i medici in ospedale, diamine, di altri o altre che hanno un compagno o una compagna che ha un ottimo lavoro , per cui perdere qualche domenica che vuoi che sia, altri ancora che si lamentano e poi non solo sono entrati quando si scioperava ma hanno persino fatto straordinari. Insomma una congerie di personaggi che fanno i Che Guevara in un epoca in cui il comunismo lo trovi solo sui libri di storia, e neanche tutti, come dico io, col culo al caldo. Io come uomo di sinistra mi sento a posto con la mia coscienza , nell'accettare, sia pure ob torto collo, le nuove condizioni, perche' sono giunte al termine di giornate di lotta che io ho compiuto con convinzione , lotta che ha portato ad una revisione delle posizioni iniziali e a ridurre gli svantaggi salariali in buona parte. Il sale di un confronto democratico e civile. Per cui ho difeso il mio salario come lavoratore e anche come uomo di sinistra. E a chi dice che mollando ora ci ritroveremo con salari cinesi, prima o poi, non ho nient'altro da rispondere se non: son tutti Che Guevara col culo degli altri. Riguardo poi al fatto di come io sia riuscito a convivere con le mille contraddizioni utraventennali svolgendo un lavoro dipendente, beh, che dire, e' cosa che atterra' ai percorsi critici che si apriranno nella mia mente negli anni a venire. Intanto vediamo di arrivare al ventisette. E chi me ne vuole per questo e' un boia.

Ma poi quando sono andato a votare a favore o meno l'accordo a perdere, di fronte a Miriam, una delegata sindacale, di fronte a quella faccia di sconfitte e di sincera abnegazione vieppiu' masochista, si sarebbe detto a conti fatti, di fronte a quella faccia da pesci in faccia presi dalla vita e dalla direzione aziendale che l'unica vera direzione che dovrebbe prendere e' quella di andarsene affanculo, ho preso la scheda e davanti a lei ho fatto la x sul no. Ecco come sono io, come avrebbe detto Withman, sono contraddittorio? Sono grosso, contengo moltitudini.

Che poi alla fine , seppur di poco, ha vinto il si. Ma la mia coscienza e' salva e per la mia religione laica del rispetto della dignita' mia e altrui, mi sento meglio cosi.

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