sabato 3 giugno 2023

Bari (parte tre), Via Sparano, Bari vecchia.

 


Bari ( parte 4) Via Sparano e Bari vecchia.


Continuo a camminare imboccando via Sparano, la via dei negozi delle catene multinazionali. Giovani ragazze in pantaloncini attillati e magliettine corte a lasciar capolinare ombelichi, giovani skaters obesi dopati di MacDonald, due nere nigeriane enormi che ricordano le matrone simboli di fertilità e costrette ad ingrassare per questo, come si incontrano in certi racconti africani di Chatwin, nigeriani magri con magliette colorate e dreadlocks tipo giamaicani. Sui lati della strada un negozio United Colours Of Benetton, di fronte al quale spuntano sedili tondeggianti a forma d basamenti di colonne marmoree mozzate alla base. Poi Swatch, Stroili, Kiko, Tezenis e una serie infinita di negozi grandi firme multinazionali della moda di massa...La strada è un ammattonato grigio-una volta c'erano alberi di palme, trent'anni fa-; a destra svolto per via Abate Gimma e, in fondo in lontananza, si staglia la facciata del teatro Petruzzelli restaurato dopo un incendio di parecchio tempo fa. Vado in direzione del Petruzzelli e poco dopo sbuco in corso Cavour, la strada dei negozi commerciali locali. Prendo a sinistra e attraverso la strada, dirigendomi verso il mare, ammirando il bellissimo teatro Margherita, posto proprio sulle acque marine, un tempo retto da palafitte. Se ne sta seduto sul porticciolo dei pescatori baresi. Mi avvicino al Giardino Fabrizio De Andrè, anch'esso con alcune palme alte e filiformi che ricordano le sagome delle nere africane disegnate stilizzate su batik, ritratte con fardelli in testa e , giusto sulla sinistra, osservo una tettoia che di solito ospita il pescato appena portato in mattinata pronto per essere venduto, ma poiché siamo nel pomeriggio inoltrato, è ora vuoto. In cima alla tettoia, all'inizio della stessa, campeggia una scritta a caratteri corsivi che recita così: “San Nicola proteggici da le rizz vacand”. Sorrido quando la leggo e mi viene in mente che questa scritta è il messaggio scritto nel fumetto del cartoon di questa città e ne rappresenta in pieno lo spirito estrememente ironico e spietatamente autoironico. A destra do uno sguardo al lungomare Imperatore Augusto, che costeggia il mare e mostra i muscoli cementizi di enormi palazzi residenziali, sedi di uffici, condomini di lusso e alberghi. Ma non lo percorrerò, per oggi. Non ho abbastanza tempo, ho un treno da prendere per il ritorno ad Ostuni. Mi infilo, quindi, fra il teatro Margherita e l'ex mercato del pesce, sbucando in piazza del Ferrarese, dove, sulla facciata di un edificio d'epoca, sulla destra, proprio in cima, mentre cammino, mi cade lo sguardo su un orologio enorme, le cui lancette sono ferne sulle 9. Se non ricordo male l'edificio si chiama Palazzo del Sedile e fu sede di consigli comunali ante litteram già nella prima metà del '500. Mi muovo sulla piazza, in mezzo, al centro storico murattiano e intorno ci sono pizzerie e ristoranti, sempre aperti e a sinistra del palazzo del sedile, noto Lo Spazio Murat, edificio che ospita mostre di ogni genere. Passo lasciandomi a destra Matiti, un ristorante che si definisce Bistrot della Pasta. In mezzo ai tavolini protetti da una tettoia, davanti all'ingresso, mi sorride, zigzagando tra i tavoli una cameriera filippina. Mi insinuo tra i vicoli del quartiere murattiano ( da Gioacchino Murat, generale napoleonico, che quando governò queste terre vi lasciò pure un segno indelebile del suo passaggio, se non altro nel dialetto francesizzato). Ad un tratto mi volto a destra e noto un cartello enorme vergato da un enorme scritta a mano che informa: “Panzerotti 2 euro”. Continuo a camminare, tra queste strade di Bari vecchia, e l'ammattonato si è fatto chiaro, color pietra, quasi marmo e passo sotto un ponte che si apre come il boccaporto di un antico galeone da cui potrebbe uscire la bocca di un cannone e per un pezzo esco sul lungomare. Sono diretto verso la basilica di San Nicola. A destra scorgo la muraglia di Bari Vecchia e dietro la muraglia, lassù in alto rispetto alla mia posizione sul marciapiedi del lungomare, un vecchio balcone di una vecchia abitazione mostra garrulo al vento uno striscione sul quale con lettere gotiche c'è scritto: “ QUI NESSUNO E' STRANIERO”. Giro a sinistra, il mare alla mia destra, e ripasso sotto la muraglia, nel mio percorso a serpente, sotto un altro ampio arco, ritrovandomi quasi subito nello spazio antistante la basilica di San Nicola.


Continua...

Nessun commento:

Posta un commento