venerdì 16 dicembre 2022

Diario di dicembre 2022

 Giornata di incombenze pratiche: cambiati coprisedili e tappetini all'auto. Oggi non ho lavorato, ero libero. In giro scene da funerali di Khomeini. Milioni di macchine e persone in giro per supermercati e negozi. I regali sono droga. Io non me la prendo se non mi fanno regali. Se nessuno se la prendesse e ci facessimo un regalo di buona conversazione e un caffè bevuto con amici, per me sarebbe meraviglioso. I regali sono COSE. I racconti di vita sono vita che prende forma in altra forma della vita: il regalo più bello. Per comprare i tappetini da un supermarket cinese ci metto una vita. E non costano neanche poco. E' che sono gli unici che ce li hanno nel giro di chilometri. Dopo aver comprato i tappetini, prima di metterli ho lavato la macchina. Poi ho pensato, forse dovrei lavare anche la macchina dall'interno. Su queste cose sono totalmente inaffidabile. 

Poi sono andato ad un All You Ca It. Altri cinesi. Era tardi non avevo voglia di cucinare. L'All You Can It era pieno all'inverosimile. Sono entrato con la mia museruola per cani, come ormai chiamano la mia mascherina i cuor di leone che non la vogliono più indossare e mi sono seduto. Circondato da varia umanità. I tavoli ricolmi di piatti a buon mercato e di qualità non male. Ma troppo abbondanti. Montagne di sushi e gamberetti e seppie e orion rings messicani fritti e patate fritte e tiramisù, birre medie, vino...Molti agèe. Si aggirano nevrotici-fuori fa freddo-fra le penisole dove ci si serve e dove ci sono i vassoi ricolmi, sgomitando e facendosi largo con odio e ingordigia. Il colesterolo, questo sconosciuto...Io mangio il dovuto. Riso alla cantonese e due fettine di picanha servite dal brasiliano che fa il churrasco e passa fra i tavoli con gli spiedoni a tagliarti le fettine e a fartele atterrare nel piatto. Vedo che lesina perchè ha capito che non sono un varano ( copyright Danilo Coppola:-). Gli parlo in portoghese. Lui mi guarda con odio. Deve parlarci solo lui in portoghese. E in più non può dire parolacce senza essere scoperto. E' in debito catartico. Indebito catartico ( copyright Danilo Coppola:-). Esco dopo un'oretta. Sono stato tutto il tempo a guardare una bambina araba seduta al tavolo di fronte che s'è divorata due piatti di spaghetti cinesi ai gamberetti con le bacchette, neanche fosse nata a Shanghai.

Esco fuori e mi fumo un sigaro, faccio due passi, verso Buccinasco. Entro in piccolo parco dove dei lavori in corso accennano a mostrare un simulacro di parco giochi per bambini che monteranno su skateboard. Nessuna panchina per sedersi. Sedersi è da vecchi. Sedersi è da gente che si riposa. Riposarsi è eversivo di questi tempi e in questi lidi. C'è una signora agèe, bionda, un metro e sessantacinque, piuttosto giunonica, con un cagnolino. Lo ha portato lì a sgambare e a fare i suoi bisogni. Attacco a parlare con lei, lamentandomi dell'inesistenza delle panchine, in un parco sia pure non grande. Uno schifo fa. Non sanno neanche loro che cosa vogliono fare, questi del comune. Sembra lo scenario di un film spaziale. Io ci vengo perchè c'è l'area cani, dice. L'accento è siciliano. Approfittiamo per parlare. Si chiama Angela ed è vedova. Tre figli. Suo marito è morto di infarto, dice. Il mio compagno successivo era di Bisceglie. E' morto di cancro. La osservo senza dire niente. Lo so cosa stai pensando dice, non sono un buon affare. No, dico sorridendo. Certo che sei in debito con la fortuna. Perchè non dici che sono sfigata, facciamo prima, dice. Mi viene da ridere, è simpaticissima, e con quello che le è capitato non ha perso il buon umore. Le dico che sono di Ostuni, che ho una compagna venezuelana che in questo momento sta in Venezuela...non vedeva la madre da sei anni. Più giovane di te, dice? Sì, molto più giovane, rispondo. E me lo chiami amore, questo? Sai cosa dice il Maresciallo Santoro?Faccio. Chi è il  Maresciallo Santoro? Chiede. Un personaggio inventato da me , protagonista di certi gialli che mi sono incaponito a scrivere. Interessante, dice, be', che dice stu maresciallu? Dice che l'amore è come il morbillo, si prende una volta sola, tutto il resto sono accomodamenti. Uhm, fa, saggio stu maresciallu. Ma non vuol dire che io non ami la mia compagna, dico. Quello è un pensiero del maresciallo Santoro dico. E sorrido. Sei pugliese, hai detto, vero? Dice ad un tratto. Sì, rispondo. Lo sapevo. Voi pugliesi siete" tutte filibustiere" e ride. Il mio compagno dopo di mio marito era di Bisceglie, ribadisce. Sono di Ostuni, ripeto. Che bella, la Città Bianca. Ci sono andata con il mio compagno di Bisceglie che di mestiere trasportava oggetti di scena per spettacoli. Siamo andati lì per il Karaoke. Capisco, dico. Sono di Messina, dice e sono qui da ste parti da quasi 25 anni. Viaggiai che già c'avea tre figghie. La sua vita è un romanzo, dico. La sua di chi, fa lei, sono tre ure che parlamo, ancora del lei mi dai? Sorrido. Sono un ragazzo educato, dico. Dimmi 'na cosa, domando, secondo te, se non eri una del sud avresti accettato di parlare con uno sconosciuto? Ride a crepapelle, ma come, ma quando...continua a ridere. Sono una che ha vissuto dice. Ho combattuto e vinto un tumore. E sono ancora qui. La mi figghia a casa la sera , dice, tua figlia sembro io...quando mi preparo per uscire e andare a ballare al Maggie's. Esce di corsa con il cane, che non vuole attraversi la strada da solo. La razza non pervenuta. Sono i migliori. Sono la prova che il razzismo rende le razze deboli, sin dagli animali. E' una femmina ed è già vecchiotta. L'ha trovata a Bisceglie, quando ci andò una volta d'estate, col suo compagno, a stare in una casa sul mare. E ad accudire su figghiù: lavare, cucinare e mangiare...mai più, aggiunge. Sto bene così. Io di mutande mi vogghiu lavare solo le mie. Ciao, fa , vieni qualche volta al Maggie's. Io non dico niente. La saluto allegramente. Tante volte incontri gente in giro e pensi, guarda questi, non sembrano avere problemi. E invece magari se ne vanno in giro con un cancro dentro. E con il sorriso sulle labbra. 

In macchina tornando verso casa, ascolto la radio. Ascolto sempre Radio Kiss Kiss. Un giusto mix fra leggerezza e discorsi seri. A proposito di leggerezza...e' in onda un programma: I corrieri di Kiss Kiss, con Ciro Limatola e Paolo Franceschini. Ciro Limatola ha un accento napoletano che di più non si può. E in radio passa e spacca. Stanno invitando gli ascoltatori a mandare messaggi in cui inventano nomi comici di pesci: l'inventiva italica, che in queste cose non ha eguali, si sbizzarrisce: Dopo il pesce palla c'è il pesce cubo e nuota in discoteca, sto leggendo un pesce: lo storione, il pesce più educato è il bon ton, il pesce che osserva i mirtilli si chiama bacca là, e chi più ne ha più ne metta...dieci minuti di aria fritta, ogni tanto, ci vuole...

Un quarto d'ora dopo sono al Libraccio, in Romolo. In mezzo ai libri usati pesco Sertao, di Joao Guimares Rosa. Una storia antica sul sertao brasiliano. Sono anni che cerco questo libro, nuovo non si trova più. Sono storie di santoni e banditi ambientate nel deserto brasiliano. Ma il protagonista è il deserto con i suoi cactus, i suoi urubu (neri inquietanti avvoltoi), le mandrie e le erbe curative delle curanderas di strada...E' un libro talismano, per me. Rappresenta la mia più grande aspirazione. Un giorno voglio andarmene per sempre a vivere vicino ad un deserto, il silenzio come amico, l'orizzonte infinito come fratello, il cielo e le nubi come pascoli di sogni, le stelle paillettes di feste notturne, con accanto, solo chi mi ha voluto bene, in vita o in spirito! Buona vita a tutti



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