lunedì 5 dicembre 2022

Quatar

 Si stanno svolgendo in Quatar i mondiali di calcio , edizione 2022. Ora, dovete sapere, che io amo il calcio, avendo esso popolato la mia infanzia e la mia adolescenza, rendendo queste fasi della vita, per me, divertenti, e interessanti. Il calcio dalle mie parti al sud e nella mia epoca ( sono del '65) significava aprirsi al mondo. Almeno per me è stato così. Poi, andando avanti con gli anni, vuoi perchè non ero un fuoriclasse, vuoi perchè hanno cominciato ad interessarmi altre cose, ho mollato il colpo. Finchè non ho più giocato nemmeno partite tra scapoli e ammogliati. Però la passione è rimasta. Il calcio è un fenomeno sociale e di costume, misura antropologie, crea storie...certo è anche economia, fa girare soldi, rende degli ignoranti patentati capaci di sentirsi deità inarrivabili ( parlo dei calciatori) e permette a tanti di arricchirsi e di "sistemarsi" per generazioni. Ad ogni modo, dicevo, a me la passione per il calcio è rimasta. Il calcio è un modo creativo di coniugare l'efficienza motoria dell'apparato muscolo-scheletrico con l'intelligenza tattica, la fantasia, il genio creativo, ma anche l'efficienza e l'ordine del saper tenere una posizione in un rettangolo di gioco, che potrebbe anche essere una metafora della vita. Chi snobba il calcio per motivi strumentalmente intellettuali o non è un vero intellettuale o è qualcuno disposto a prendere Platone e tutta la filosofia greca e farne paccottiglia...che poi che se ne farebbe di questa paccottiglia, diciamo per una volta , sferica, se non gli viene neanche l'istinto di calciarla via verso l'incrocio dei pali della porta della propria presunzione? Detto questo , torniamo al mondiale. Ho appreso da The Guardian, un autorevolissimo giornale inglese, che per la costruzione di un certo numero di stadi che stanno ospitando le partite del mondiale in Quatar, sono morti, duranti i lavori, quasi settemila lavoratori. Che questi, in prevalenza indiani e pakistani, lavoravano senza  le normali ed elementari norme di sicurezza e che  vivevano, quando non lavoravano, in stanze sovraffollate. Ho appreso inoltre che al loro datore di lavoro è data dalle leggi del Quatar facoltà di trattenerne i passaporti, nel caso decidessero di svincolarsi dal lavoro anzitempo rispetto al contratto, di modo che non potessero lasciare il paese. Sono notizie tragiche, mostruose, che testimoniano come il Quatar sia retto  da un regime sanguinario e schiavista. Non entro in merito su come questo paese sia riuscito ad ospitare questi mondiali, ma sospetto che gli sceicchi e gli emiri al comando abbiano sganciato a chi di dovere qualche carro di mazzette, magari trainato folkloristicamente da cammelli... ma non posso non dichiararmi scandalizzato dal fatto che un esercito (64 squadre) di miliardari muscolati, appresa la notizia di tutte queste morti ( ne hanno poi parlato tutti i media del mondo), assimilabili, temporalmente traslata ai nostri giorni, all'epopea delle grandi piramidi costate intere generazioni di schiavi, non si siano sentiti in dovere di mettersi una mano sul cuore e l'altra in tasca, per creare un fondo di risarcimento per le famiglie dei lavoratori morti. Dico questo perchè do per scontato che , i vertici del calcio mondiale e gli eminenti emiri del Quatar non lo faranno mai! Figuriamoci...Questi ( mi riferisco in questo caso agli eminenti emiri) hanno l'ottica degli antichi faraoni per i quali il potere derivante da presuntuosamente accampate origini divine, giustifica qualsiasi nefandezza in nome del lustro della propria gloria imperitura! Per non parlare del fatto che uno dei massimi dirigenti del Quatar non si è lasciato scappare l'occasione per fare la sua immancabile e lustra dichiarazione omofobica che attestava come l'omosessualità fosse una cosa contraria alla natura e alla legge. Già. E infatti gli omosessuali stanno ancora sardonicamente ridendo pensando a quanto, questi machos popolanti questa porzione di mondo mediorientale, che la negano, in realtà la pratichino in sovrabbondanza. Basta che non te ne vai in giro con le babbucce rosa, nel buio deli scantinati, tutto è lecito! E ora passiamo al mondiale. Così come anche gli atei sono dei mentitori che non sanno di mentire perchè è impossibile sfuggire del tutto al sostrato educativo cattolico con cui siamo formati sin dentro il ventre materno, così, gli indignados dei mondiali, nati sulla montagna di cadaveri di lavoratori edili asiatici, mentono quando dicono che per protesta non vedranno nemmeno una partita di questo mondiale. E io faccio parte della categoria di quelli che, sia pure  a spizzichi e bocconi, questi mondiali li stanno seguendo.  Senza entusiasmo, però, e non solo per il fatto che non vi partecipi l'Italia. Perchè, questo me lo dovete concedere, il vizio di sostanza che questi stadi dove si gioca il mondiale siano stati costruiti con il sangue, toglie alla manifestazione qualsiasi sia pur residuo connotato romantico! Ma ciò non mi vieta, in conclusione di questo mio pezzo, di esprimere qualche considerazione tra il tecnico sportivo e l'antropologico, s'intende.  In generale sino ad ora (quarti di finale) si è assistito a partite dominate dalla tattica e dalla prestanza atletica. I calciatori moderni, la maggior parte, sono diventati polli d'allevamento e sospetto che facciano diete e assumano farmaci per diventare come polli da combattimento. E questo a scapito di calciatori tecnici e fantasiosi, perchè la fantasia nasce dal un minimo di meditazione. E come fai a meditare, a pensare a soluzioni geniali durante partite che sembrano dispute tra un flipper e Speedy Gonzales? In secondo luogo rilevo che il fatto che  molti calciatori che appartengono a continenti con una minor tradizione e storia calcistica, per effetto della globalizzazione siano andati a giocare in campionati e clubs europei, ha creato un fenomeno interessante che merita qualche riflessione. Questi calciatori al termine ( o durante) le loro esperienze hanno riportato in patria i  know how tecnico tattici acquisiti, consentendo in breve tempo alle proprie nazionali, asiatiche o africane, di colmare il gap tecnico-tattico che le divideva da nazionali più blasonate e con una maggiore tradizione. E in affetti questi mondiali stanno dimostrando che squadre materasso vere e proprie non ce ne sono più. Immaginiamo quindi di trasferire questo aspetto della globalizzazione delle esperienze, in altri ambiti, con l'aggiunta di un pizzico di pari opportunità di crescita psicofisica, che ecco che non sarebbe molto distante dalla realtà l'avvento di un giorno in cui un medico africano o asiatico possano scoprire un vaccino per sconfiggere il cancro o l'hiv. Eccoci qua, in conclusione, i razzisti di ogni risma sono serviti! E penso che questo scritto mi sia servito, in definitiva, per liberare la mia voce da un fastidioso quatar....

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