giovedì 10 novembre 2022

Lezan

 

Lezan


Tempo fa conobbi una ragazza in metropolitana. E fin qui nulla quaestio. Il fatto è che lei era curda e si chiamava Lezan. Durante il viaggio verso la fermata della linea verde-metropolitana di Milano-Loreto, mi raccontò un po' di sé. Aveva girato il mondo, studiato arredamento ed ora era qui in Italia per amore. Parlava discretamente in italiano e come molte curde fumava-prima era all'ingresso della metro e chiedeva se lì si potesse fumare. Era davvero bella, due occhi nocciola chiari e un viso esotico. Sul metro e settantacinque, magra, mora, carnagione bianchissima. Le chiesi se conosceva il Kebap “Anatolia” in via Giambellino 15, a Milano. Perchè i proprietari sono curdi. Non lo conosceva. Io le dissi, conosco Salman, il titolare del Kebap ( da notare che si scrive e pronuncia Kebap e non Kebab, come diciamo di solito). Salman è in Italia da 22 anni e la carne che mette nei panini e nelle piadine è macellata secondo la tradizione Halal. E' l'unico Kebap italiano che fornisce carne di vitello macellata dai gestori del posto (e marinata ad arte), secondo il rito islamico, appunto, Halal, che consiste nella recisione della trachea dell'animale e nel suo completo dissanguamento. Secondo una stretta interpretazione del Corano, è proibito mangiare il sangue degli animali, infatti. Salman aveva risposto ad una mia precisa domanda circa la sofferenza dell'animale, dicendo che una volta recisa la trachea l'animale perde i sensi e non soffrre. Salman non si rifornisce di Kebap industriali i cui rotoloni contengono carne di tacchino e pollo ed equivarrebbero alla qualità infima della carne di un Mac Donald. O di altri kebabbari ( mi si perdoni l'orribile neologismo). Mi ha raccontato tutte queste cose tempo fa, mentre gustavo un panino kebap farcito della sua carne superbamente squisita, nel suo “Kebap”, in Giambellino. Dico tutte queste cose a Lezan. Si meraviglia della mia curiosità in materia e conferma che Salman e soci sono curdi mussulmani, se macellano in quel modo. Parliamo un po' della questione curda. I turchi li odiano particolarmente e non consentiranno mai, nonostante essi abbiano una propria lingua e proprie usanze differenti da quelle dei turchi, che diventino un popolo con un loro territorio indipendente. Anche perchè, dice, fieramente, noi curdi abbiamo una mentalità diversa. Però , dice , i primi nemici dei curdi sono i curdi. I politici curdi, afferma, sono tutti mafiosi, e il motivo per cui il Kurdistan non esiste ancora come stato indipendente, a suo giudizio, oltre che da influenze esterne, turche e americane ( gli americani c'entrano sempre), dipende dal fatto che questi tromboni che dirigono amministrativamente e politicamente la maggior parte dei curdi, hanno la bocca tappata dalle banconote dei notabili turchi e occidentali. I curdi hanno sconfitto l'Isis da soli ( l'Isis, dice, è una creatura americana, un passaporto per sparare e commerciare armi), con un tributo di sangue enorme e ora non possono neanche avere un proprio paese. Hanno cacciato gli estremisti islamici dal loro paese(che non esiste)-e molti dei combattenti curdi, fatto unico nel mondo mediorientale, erano donne, da qui il superodio-e ora non possono rivendicare la propria appartenenza ad un popolo, con una propria autonoma cultura ed un proprio autonomo territorio. Un'altra Palestina, in definitiva. Sono perseguitati dai turchi perchè praticano un islam più moderato. Molti di loro sono cristiani e alcuni altri praticano lo yazdanesimo, una religione che adora un dio Pavone, una specie di arcangelo che sovraintende ad altri e crede nella reincarnazione. Un culto assimilabile allo zoroastrismo o al culto mitraico degli antichi romani. Lezan, mi raccontò, era stata anche alcuni anni a Dubai. Mi parlò un po' della vita in questa città ipermoderna e islamica: sottoposta alle leggi islamiche, ma in privato tutti violano la sharia, la legge ortodossa islamica. Le autorità sono ipocrite, diceva, tollerano alcol e droga e tutto il resto. Solo che lo devi fare dietro le mura della città e mai in pubblico. Gli abitanti di Dubai fumano la dokha, in una sorta di piccola pipa. La dokha è un tabacco arabo mixato con l'aggiunta di cortecce ed erbe particolari. Ed ha un altissimo contenuto di nicotina. Viene fumato in piccole pipe di legno, ripete. Ma a lei non piaceva. Ride. Dice che provocava un ronzio alle orecchie, dopo un po' che ne fumavi. Meglio le sigarette. O niente, aggiunge sorridendo, come per voler dire che stava cercando di smettere. Mi disse che era sposata, con un italiano. E che per il momento andava bene. Perchè se n'era dovuta andare via da Berlino perchè un'altra storia era finita. L'amore aiuta, le dissi. Se non altro a sopportare meglio la vita. Giunta a Loreto fece per salutarmi abbracciandomi. Si scusò perchè non mi aveva lasciato raccontare nulla di me. Oh, non c'è molto da dire, le dissi, andiamo avanti in questa nostra vita aspettando la morte...cerchiamo solo di fare in modo che si sieda, mentre aspetta. Stanca di stare in piedi. Lezan sorrise. Sei un uomo strano, disse. Strano come? Chiesi. Strano brutto o strano bello? Ecco, adesso riconosco l'italiano, fece. Le porte della metro si spalancarono e lei uscì via, inghiottita dal gorgo dei passeggeri. Detti un'occhiata agli altri viaggiatori, in attesa di scendere alla fermata successiva. Erano tutti immersi nei propri telefonini.



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