giovedì 24 novembre 2022

Sul molo di Villanova

Dai quaderni scritti a penna...

Sul molo di Villanova, Ostuni.

Sul molo di Villanova, in lontananza osservo il mare con le sue lievi increspature generate dallo scirocco e mi sembra la pelle dei vecchi, in alto le nuvole mi paiono fantasmi di saraceni che osservano la terra, questa terra, di lassù, Allah è grande, ne è testimonianza quello che vediamo da quassù, il suo creato, quella terra un tempo visitata per mezzo di razzie da cui non ci riesce a staccare e dalla balconata delle nuvole di quando in quando si affacciano per rimirare quella terra bellissima il cui loro lascito scorgi appena negli occhi scuri e profondi delle donne ostunesi, che quando ti lanciano sguardi in tralice sembrano lame di coltelli in volo verso di te davanti ad un muro di legno d'olivo su cui si infilzano lasciando il segno della tua sagoma al centro...Fumo fiori di Carmagnola e osservo il mare tendente al grigio o al verde a seconda degli sguardi del sole che gioca a nascondino dietro le nubi....Di fronte a me una secca, distante dalle costa, strana solitaria enclave su cui un Cormorano si erge come un'antica lacera bandiera di pirati...ci osserviamo da lontano, io sul molo, sotto un piccolo faro dipinto di rosso, e lui lì, tranquillo, consapevole che non sono un Cristo e che non potrò quindi attraversare le acque per andare a molestarlo. Sul molo di fronte un altro faro verde con in cima una lampadina di luce intermittente che pare un gigantesco ET che a volte si illumina a volte no, a seconda che gli arrivino idee brillanti o meno...E tutto questo è pace, con me seduto strano Kerouac delle Puglie che di canadese ha solo la birra Raffo gelata posata in fianco...Pace assoluta, mentre ascolto le chiacchiere di un gruppo di cegliesi che mangiano la focaccia seduti su una panchina come su una tribuna ad osservare il cangiante spettacolo teatrale del mare calmo di scirocco...Lo sciaguattìo delle lievi onde sui lastroni di pietra a frangiflutto del molo di cemento...Pace, ciò che gli uomini non sanno apprezzare facendo guerre mascherate di ideologie il cui fine ultimo e nascosto è nient'altro che il profitto personale...Se ne stessero un pò tranquilli a guardare questo mare e la sua linea d'orizzonte, vi lascio il mio posto, mentre me ne vado via e dico alla famigliola seduta sulla panchina, con le loro bocche sapide d'olio d'oliva, bisogna riscrivere la canzone di Albano, Felicità è un bicchiere di vino con un panino, dico, Felicità è un pezzo di focaccia al pomodoro mangiato davanti al mare, un mare che cambia, di giorno in giorno, di ora in ora, a seconda del vento, il nostro vento salentino che ci insegna che solo cambiando vita non è un piatto rincorrersi di niente, ma può essere ben vissuta, in molti noi, non sempre noi stessi, eppure noi stessi...


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