giovedì 23 aprile 2020

Ciao Luis...

Ciao Luis.
Ebbene, Luis Sepulveda non ce l'ha fatta. Ho letto quasi tutti i suoi libri. “Un nome da torero” mi è piaciuto tantissimo. Ma in “Patagonia Express” ci sono alcuni passi per me immortali. Sepulveda incontra Chatwin in un caffè a Zurigo, prima di recarsi in viaggio in Patagonia, una regione che occupa un vasto lembo meridionale del continente sudamericano: “un inglese e un cileno. E come se non bastasse, due tipi con scarso affetto per la parola 'patria'. Un nomade e un esiliato. 'Dio mio'! Qualcuno dovrebbe proibire questo genere di incontri, o per lo meno assicurarsi che non avvengano in presenza di minorenni”. I due restano in silenzio ad osservarsi. E poi, in sequenza:”come fanno due cani quando si incontrano per la prima volta? Non latrano, non uggiolano, non dicono nulla, si limitano ad annusarsi il posteriore, a volte fermi, altre girando.”
Luis Sepulveda ha avuto una vita avventurosa. Dal Cile, dov'era nato, andò in Unione sovietica dalla quale fu cacciato perchè trovato a letto con la moglie di pezzo grosso del Politburo. Tornato in patria, si infervorò alle idee di Salvador Allende e divenne una delle sue guardie del corpo personali. Imprigionato e torturato dagli sgherri del dittatore Pinochet, fu costretto ad espatriare. Poi partecipò alla guerriglia sandinista, in Nicaragua, infine militò in Greenpeace. Prima di diventare uno degli scrittori mondiali più conosciuti.
Un uomo di cui avere rispetto. E che ha vissuto molte vite. Una cosa non ho detto, che invece va detta:scriveva bene. Scriveva degli ultimi. E in qualche modo , evangelicamente, li ha riscattati, facendoli diventare protagonisti dei suoi libri. Gli ultimi saranno i primi. Già, almeno ne ha parlato nei suoi libri.
Metto la testa fuori dalla finestra del bagno. Una signora , mascherina e guanti, apre il cancello elettronico. Seguono due infermieri vestiti e bardati come i soldati di Dart Fener di Guerre Stellari. Uno di loro due spinge una carrozzina sulla quale è seduta una donna anziana. Probabilmente la madre della donna che ha aperto il cancello. Lentamente si avviano verso un'autoambulanza.
La signora anziana è vigile. Sembra lucida. E anche lei indossa una mascherina chirurgica. Le linee nemiche indossano travestimenti familiari. E' un nemico che indossa i panni del tuo vicino di casa. Non puoi far altro che aspettare. E rendere la vita dura “al nemico”.
Rientro dentro e mi metto sul portatile. Ho bisogno di scrivere. Scrivere è la terapia dell'attesa.
Mia madre ha letto sul giornale di Bukowski. Finalmente abbiamo visto una sua foto, mi raccontava al telefono. Poi è andata nella mia stanza. Ha cercato un libro di Bukowski. E si è messa a leggerlo: “A sud di nessun nord”, è il titolo.
Si può entrare in contatto con i propri cari in molti modi. Persino con i libri preferiti di chi, per il momento, non c'è.
Scrivere è magia, per me.
Tempo fa fotocopiai una frase da un libro di Bukowski, “Factotum”, sullo scrivere. La porto piegata nel portafoglio. Fa così:”Se hai intenzione di provare, vai fino in fondo. Altrimenti non cominciare neanche. Potrebbe voler dire perdere la ragazza, la moglie, i parenti, il lavoro, e forse anche la testa. Potrebbe voler dire non mangiare per tre, quattro giorni. Potrebbe voler dire gelare su una panchina del parco, potrebbe voler dire la prigione, potrebbe voler dire la derisione, lo scherno, l'isolamento. L'isolamento è il premio. Tutto il resto è un test di resistenza, per vedere fino a che punto sei veramente disposto a farlo. E tu lo farai. Nonostante i rifiuti e le peggiori probabilità di successo, e sarà meglio di qualunque cosa tu possa immaginare... Se hai intenzione di provare, vai fino in fondo. Non c'è una sensazione al pari di questa. Sarai da solo con gli Dei, e il fuoco incendierà le tue notti. Cavalcherai la tua vita dritto verso una risata perfetta. È l'unica battaglia buona che ci sia.”
Ogni tanto la tiro fuori dal portafoglio e la rileggo. E' il mio talismano. Mi tira su, mi riempie il cuore.
La scrittura deve riempirti il cuore e farti sorridere. Ridere sarebbe meglio...
Anche leggere mi riempie il cuore. Ma devi leggere gli scrittori giusti. Come lo capisci? La pagina che stai leggendo è come se prendesse fuoco. Ecco, i libri di Sepulveda sono così. Persino le sue fiabe, fanno prendere fuoco alle pagine: e senza averci draghi dentro.
Caro Luis, ti immagino seduto in un bar dell'al di là, a fianco a Bukowski. Mentre tutte le altre divinità della terra trapassate cercano di leccare il culo agli Dei intorno per un posto di rilievo anche da quelle parti. Fumate e bevete una birra. Seduti. In silenzio. Mi mancherai molto. Non mi mancheranno le bacheche dei social piene di condoglianze di chi non avendo mai letto un tuo rigo, scaccia la paura del virus, con la gloria del santino della celebrità.

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