giovedì 23 aprile 2020

E' come vivere in un cartone animato...

E' come vivere in un cartone animato.
Per la terza volta in quasi 25 giorni esco a fare la spesa. Ho provato ad ordinare online. Gli ordini hanno una tempistica siderale. Se trovi qualcosa che ti porti qualcosa online. Bardato di mascherina chirurgica e guanti in auto, mi avvio verso il supermercato dove vado di solito. Ore 9,30. Parcheggio. C'è la fila. Si entra pochi per volta. Ha aperto da qualche minuto. Mi metto in coda. Una signora è dietro di me a incollatura di carrello. La osservo con sospetto. Troppo vicini, dico con gli occhi. Ma lei non capisce. E certo, con gli occhiali da sole pretendo di parlare con gli occhi. Pretendo di parlare con gli occhi a chi non mi capisce di solito a parole. Mi allontano. E mi avvicino a una ragazza davanti. Mi guarda male. Ciascuno che si crede al sicuro perchè non ha sintomi tipici teme di essere contagiata da chi si crede al sicuro perchè non ha sintomi tipici. Milioni di pensieri affollano la mente. Stamattina ho visto sul rullo di Rainews le notizie che scorrevano. Il principe Carlo e Placido Domingo sono guariti. Chissene.Per loro tamponi a gogò. Ve li immaginate a fare la fila per un respiratore in un ospedale? Io no. Che ci volete fare. Non sono io. E' la mia mente. Del resto, se quello che dici non dà fastidio a nessuno, è probabile che tu non abbia detto niente. La mia mente (non certo io) due mesi fa mi aveva detto, alla fine dell'epidemia di Coronavirus, l'Afghanistan avrà un prodotto interno lordo superiore agli Stati Uniti. La mia mente, com'è noto, non ha molte mediazioni. Io non mi compiaccio di ciò. Perchè moriranno i deboli, gli indifesi, i fragili, i poveri. Come sempre. E credetemi, anche se morisse Trump mi dispiacerebbe. Non so cosa pensi, tutt'ora , la mia mente , di ciò. Non me l'ha ancora comunicato. E questa bella figliola che ho davanti? Che mi guarda in cagnesco (mi scusino i cani)? In democrazia tutto è lecito. Ha delle belle forme. Per cui io la guardo in cagnesco. In cagnesco in calore, per la precisione. Ma non ci tengo a restare intubato. E nemmeno lei ci tiene. E sono sicuro che anche prima della faccenda della pandemia, nemmeno lei ci avrebbe tenuto. A farsi intubare. Devo leggere meno Bukowski e più la Bibbia. A proposito qualcuno sa spiegarmi perchè ad un certo punto della Bibbia il SIGNORE ha deciso che Abramo si sarebbe dovuto chiamare Abraamo? E' un mistero. Sarà questo il mistero della fede di cui si canta in chiesa durante la messa? Dopo circa 40 minuti di coda, tocca a me. Infilo un gettone per lavaggio auto nella fila dei carrelli e ne ritiro uno. Entro nel supermercato. In filodiffusione a scadenze temporali fisse, si ode un messaggio che recita più o meno così”distanziarsi di un metro una volta arrivati in cassa”. Già. E tutti quelli che mi stanno addosso mentre peso verdura e frutta? Dico ad alta voce. Faccio al figura di quello che al casello autostradale parla con la voce preregistrata che ti saluta. E tu ripartendo la mandi a quel paese. Parli al nulla. Con pazienza cerco di attendere il mio turno alle bilance. Senza accalcarmi. Portano tutti la mascherina e guardano tutti gli altri malissimo. Tutti seri. Nessuno ride. Non noto nessuna differenza tra ORA e PRIMA. Anche prima non è che si ridesse molto. Poi con le zucchine a 3 EURO c'è poco da ridere.Faccio una spesa massiccia. Per una quindicina di giorni. Meno si esce meno occasioni ha IL BASTARDO di beccarti. Ci metto un' ora e mezza buona per prendere tutto l'occorrente. Non c'è alcol, amuchina, varichina e , questo è grave, mancano le uova. Devo andarle a prenderle dall'ARABO, un altra fila ad un altro supermarket non la reggo, dice la mia mente. Ogni tanto la mente dice cosa sagge.
In cassa finalmente ho la sicurezza di essere almeno ad un metro. Mi posiziono sull'apposita striscia gialla. Un senegalese bardato di tutto punto, con la divisa della Sicurezza, gestisce le code. Sta molto attento a distanziare bene. In cassa. Dentro al supermercato è anarchia totale. Sembro Brontolo.
Esco e ci metto un quarto d'ora a sistemare la spesa in macchina in appositi sacchetti che conservo da molto ,all'uopo. La fila fuori si è allungata. Adesso fa una “U” intorno al parcheggio. Fuori c'è il sole. E' una bella giornata. Una ragazza in coda, trent'anni, carina anche con la mascherina (dai, la fisionomia del viso si riesce a scorgere, no?) un po' distante da me, parla al telefono con la madre. Deve urlare perchè non si toglie la mascherina. La voce esce fuori potente ma con un effetto auto-tune. Sembra Sfera Ebbasta. No, mamma, non puoi uscire di casa per andare a fare le condoglianze. Telefonagli! Urla.
Finisco di caricare l'auto. Mi muovo lentamente uscendo dal parcheggio. Un paio di chilometri, in linea d'aria e sono vicino dall'ARABO. Per strada poche auto. C'è un atmosfera irreale. In tv in questi giorni passano film a tema. Ieri Blade combatteva una stirpe di supervampiri cui un virus aveva centuplicato i poteri malefici. Blade, mezzo vampiro e mezzo umano viene da un fumetto. Perchè, forse, non stiamo noi vivendo in un cartone animato?
L'ARABO, come lo chiamo io, per brevità, è il macellaio egiziano che sta proprio vicino casa. Ma vende un po' tutto. Nella bottega si entra uno alla volta. Ma non c'è nessuno. E LE UOVA CE L'HA.E' un signore avanti con gli anni e spesso quando entro qui, nella bottega, ha in sottofondo versi recitati del Corano. Oggi c'è silenzio. Gli chiedo come mai oggi niente Corano.
Prego dentro di me. Dice. Prego nella mente. Prego per tutti. Dio è per tutti. Dio è di tutti. Mi da nel sacchetto due confezioni di uova. Le lascia su un apposito tavolino dietro la linea gialla. La mia linea di GAZA personale. Ritirando i miei soldi e lasciandomi il resto. INSHALLAH

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